Partiamo dalla vostre origini artistiche, quando avete iniziato ad interessarvi di musica?
Per alcuni di noi la musica è stata una parte importante già da bambini, mentre altri si sono interessati alla musica durante l’adolescenza. Ognuno di noi aveva, e ha tutt’ora, un suo genere musicale preferito, da cui ha preso spunto per dedicarsi poi alla scrittura dei pezzi originali.
Parliamo della vostra ultima fatica…
L’ultima nostra fatica si chiama “Sangue digitale”, un brano che tratta un tema molto attuale: l’utilizzo degli strumenti di comunicazione, in particolare dei social network, che, se usati in maniera eccessiva possono sostituirsi completamente ai rapporti veri con le persone.
Tramite “Sangue digitale” abbiamo voluto lanciare una provocazione agli ascoltatori, ovvero invitarli a capire qual è il limite da non oltrepassare per evitare che un uso smodato di tali strumenti, conduca all’annullamento di qualsiasi contatto “reale” con gli altri.
Raggiungere un proprio stile e identità, quanto è importante per un musicista?
Avere un proprio stile e personalità è fondamentale per un gruppo: infatti, solamente riuscendo a distinguersi e proponendo qualcosa di personale, si può cercare di emergere nel panorama musicale. Trovare la propria identità è un percorso evolutivo che, a nostro avviso, si sviluppa nell’arco di tutta la vita del gruppo.
Avete punti di riferimento? Se si, quali?
Non abbiamo dei punti di riferimento precisi. Possiamo però dire che uno dei gruppi che maggiormente ci ha influenzato, e ci influenza, sono i Muse. Inoltre, anche i primi album dei Negramaro ci hanno colpito positivamente.
Progetti futuri?
Al momento stiamo terminando la scrittura del nostro secondo album, che vorremmo pubblicare quest’anno. Inoltre, ci piacerebbe molto riuscire a portare la nostra musica ad un pubblico sempre più ampio, magari tramite un tour: vedremo cosa ci riserverà il futuro.