Sono ben tre i documentari sui cinque finalisti selezionati dai giurati dell’Accademia del Cinema Italiano: 60 – Ieri oggi domani di Giorgio Treves, applaudito all’ultima Festa del Cinema di Roma; Acqua e zucchero: Carlo Di Palma, i colori della vita, di Fariborz Kamkari, ospitato dai Festival di Venezia e Toronto, e in uscita ad aprile; e Crazy for Football di Volfango de Biasi, proprio in questi giorni nelle sale.
Roberto De Francesco, per la sua interpretazione tagliente e molto apprezzata dalla critica nell’esordio-rivelazione di Irene Dionio Le ultime cose, si aggiudica la candidatura per il Miglior attore non protagonista.
Mentre Francesco Patierno entra in cinquina nella nuova sezione dei David ‘Miglior sceneggiatura adattata’ per la riuscitissima versione del memoir capolavoro di Norman Lewis Naples ’44.
Storie del nostro più grande cinema (come in Treves, o nel piccolo grande atlante di cinema mondiale che è il racconto della vita di Carlo Di Palma); pagine d’archivio rilette (e riscritte) con l’intuito del grande racconto cinematografico come in Patierno; piccole storie che rivelano spaccati molto più vasti come nel docufilm di De Biasi – un intervento creativo sul disagio mentale – o nel maturo esordio di Irene Dionisio sul concetto di ‘debito’, non solo economico.
Storie e film che hanno in comune forse soltanto un filo: quello della diversità. Cioè di una narrazione non comune, eclettica, espressiva; quello che rende una storia degna di essere vista e ascoltata dal pubblico.