Sarà in scena presso il Teatro Sala Uno di Roma sabato 25 (ore 20.45) e domenica 26 (ore 17.45 e 20.45) “Mi Chiamo Rachel Corrie”, testo teatrale curato da Alan Rickman tratto dai diari di Rachel Corrie. Interpretato da Maria Laura Caselli e diretto da Antonio Ligas, lo spettacolo racconta la vita di Rachel Corrie, una ragazza americana che nel 2003 decise di unirsi all’ISM – International Solidarity Movement – movimento palestinese impegnato a resistere all’occupazione israeliana usando i metodi e i principi dell’azione-diretta non violenta. Poco tempo dopo il suo arrivo a Gaza, il 16 marzo, Rachel fu schiacciata da un bulldozer dell’esercito israeliano, mentre cercava di impedire la demolizione della casa di una famiglia palestinese. Il metodo usato dai volontari è quello di fare scudo col proprio corpo e con la comunicazione all’esercito israeliano del proprio paese di provenienza. La sua morte a soli 23 anni è diventata il simbolo di una pace – quella che da tanti anni insegue il Medio Oriente – calpestata e imbrattata di sangue. Attraverso i suoi diari, le lettere, le e-mail, è nato questo monologo, che restituisce un’ora di vita a una ventenne ironica, eloquente, problematica, sognatrice, idealista, appassionata di Salvador Dalì e Pat Benatar, fumatrice accanita, che lasciò la scuola e partì da Olympia, nello Stato di Washington, per andare a lavorare come attivista nel cuore del conflitto israelo-palestinese. Rappresentato al Royal Court Theatre di Londra, poi al Minetta Lane Theatre di New York il testo, elaborato dal famoso attore e regista Alan Rickman e da Katharine Viner sulla base dei diari e delle lettere di Rachel, ha suscitato un acceso dibattito e ha richiamato l’attenzione delle istituzioni sulla sicurezza delle organizzazioni umanitarie che cercano di riportare pace nelle zone calde del mondo.
Uno spettacolo attualissimo, che tratta del conflitto israelo-palestinese e del muro che Rachel aveva iniziato a veder costruire e che oggi si snoda per 730 km a rappresentare sempre più l’impossibilità del dialogo tra due popolazioni. Una storia di coraggio e di attenzione, di paura e di affetti, ma soprattutto una storia vera e necessaria perchè, oggi più che mai, c’è bisogno di persone come Rachel, che non abbiano timore di toccare con mano la realtà, accompagnati dalla paura e dalla solitudine, ma presenti dove ce n’è bisogno, ognuno col suo modo.
Uno spettacolo necessario, realizzato anche grazie ad una campagna di crowdfounding attivata sul sito eppela, su cui hanno investito 52 contributori, a testimonianza che di storie di coraggio e di valore la nostra civiltà ha sempre più bisogno.
“La nostra attenzione si concentra sulle vicende di una giovane fanciulla poco più che ventenne, la quale si ritrova a vivere dall’altra parte del mondo, svestendo gli abiti di una vita piccolo borghese e indossando i panni dell’attivista pacifista. Rachel Corrie era una di noi, una ragazza della porta accanto, con i problemi che tutti i ragazzi della sua età affrontano quotidianamente o almeno coloro che vivono lontani dai bombardamenti, dalle conseguenti ristrettezze economiche e sociali e dai continui stati di allerta.- dice il regista, Antonio Ligas – Attraverso le sua testimonianza scritta ho cercato di far emergere la storia di una vocazione, quella stessa vocazione che nasce nel momento in cui ci si trova davanti ad un dubbio amletico: scegliere di accontentarsi e portare avanti un’esistenza sottovoce o migrare nell’ignoto cercando di ampliare in maniera concreta i propri orizzonti non accettando di cibarsi solo del sentito dire? La storia di Rachel è la storia di un’eroina, nobile tanto quanto Antigone o Elettra; la sua è una tragedia contemporanea, vissuta con parole meno roboanti di quelle di Eschilo o Sofocle, ma narrata con una dignità ed una grandezza d’animo veramente degni di nota. Ho preferito sottolineare la fragilità e la paura di Rachel e provare a evidenziare la pluralità di sentimenti che sostengono qualsiasi atto eroico dal finale inatteso, perché una ventiquattrenne americana che ascoltava i Magnetic Fields e viveva con ironia le sue delusioni d’amore, non aveva la men che minima intenzione di morire schiacciata sotto chili e chili di terra.”
Maria Laura Caselli si è diplomata all’Accademia D’Arte Drammatica Silvio D’Amico nel 2006. Lavora in maniera continuativa con la compagnia Siciliateatro di Sebastiano Lo Monaco e con Teatro La Pergola di Gabriele Lavia. Ha interpretato ruoli in commedie come “Non è vero ma ci credo” di Peppino De Filipppo e drammatici come Nina Ciampa nel “Berretto a sonagli di Pirandello”. Ad aprile sarà nel cast di Medea di Euripide con la regia di Gabriele Lavia.
“Mi chiamo Rachel Corrie” è il suo primo progetto indipendente.
“Mi chiamo Rachel Corrie”
interpretato da Maria Laura Caselli
regia di Antonio Ligas
musiche di Dario Arcidiacono
scene di Francesca Marasà
luci di Nevio Cavina e Leandro Moussavou
assistente ai costumi Michela Ruggieri
organizzatore Gabriele Geri
Teatro Sala Uno
Piazza di Porta S. Giovanni, 10, 00185 Roma
Costo del biglietto
Intero euro 13 (+ 2 euro di tessera Sala Uno)
Ridotto euro 10 (+2 euro di tessera Sala Uno)