Battaglie di Roland Topor e Jean-Michel Ribes, con la regia di Marina Bassani, sarà presentato al Teatro Baretti il 12,13,14,19 e 21 aprile. In scena Marina Bassani, Lorenzo Bartoli e Gian Luca Gambino. Una produzione Teatro Selig con il patrocinio della Città di Torino.
Cinque brevi atti unici, tre dialoghi e due monologhi scritti a quattro mani da Roland Topor, maestro del surrealismo, insieme a Jean Michel Ribes, suo grande amico, autore brillante e direttore del teatro Rond Point di Parigi. Ogni atto a modo suo affronta lo stesso tema: il conflitto, la lotta, la battaglia. Il titolo “Battaglie” potrebbe adattarsi a qualsiasi altra commedia, che sia Amleto o il Gabbiano, perché il teatro si regge sempre su una battaglia. La battaglia, secondo Jean Michel Ribes, è alla base di ogni situazione drammaturgica. Sono cinque i conflitti : una lotta di classe, un conflitto metafisico, un conflitto interiore, un conflitto tra uomo e donna, e infine una sorta di vaudeville con un conflitto a tre, marito, moglie e amante. I cinque atti sono caratterizzati dalla brevità. Non c’è spazio per la psicologia, per la riflessione, tutto accade in fretta. Inoltre sono caratterizzati da un tono onirico scherzoso. Assistiamo alle peripezie avventurose dei protagonisti, ma l’avventura, la situazione epica e maestosa si traducono in parodia.
La letteratura seria qui diventa oggetto di parodia, la nave affondata in mezzo all’oceano allude alla Tempesta di Shakespeare o al naufragio della Nave Medusa, dipinto da Gericault, o all’Odissea, ma i discorsi dei due naufraghi fanno il verso ai discorsi degli eroi di Conrad, e così anche le tirate sul marxismo perdono di forza quando diventando chiacchiere da bar, le tirate dell’etnologo nella villa di Versailles, sono una parodia del discorso scientifico, il famoso racconto del vecchio e il mare di Hemingway diventa occasione e spunto per una conversazione surreale. I nostri eroi han perduto ogni senso della realtà e diventano antieroi per eccellenza, più interessati a mangiare e a bere, che non a vincere le forze della natura.