“Il via libera del Cdm alla seconda tranche di 800 milioni di euro per il progetto periferie è un’ottima notizia e conferma la massima attenzione di questo governo sul tema periferie. E’ un’operazione importante che segna un cambio di passo rispetto al passato, segnato da cattive politiche o peggio da assenza totale di politiche per le periferie. Mettere al centro dell’agenza politica il tema delle periferie significa agire non soltanto sulla distanza fisica che c’è tra la periferie ed il centro della città ma agire sulla distanza che c’è tra i cittadini e le istituzioni” così Andrea Causin, presidente della commissione parlamentare di inchiesta sulle periferie, commenta il varo del bando periferie oggi in Cdm.
“Periferia” non è solo quello che c’è al di là dell’anello centrale di una città. Sono luoghi che sono progressivamente diventati “non luoghi”, dove la qualità della vita e dei servizi sono di serie B, dove si va a dormire ma si preferisce non abitare ma dove vivono 25 milioni di italiani. Sono luoghi in cui lo Stato, in molti casi, progressivamente, per necessità, paura, per dimenticanza ha fatto un passo indietro, dove sono cresciute marginalità, dove lo spaccio è diventato un lavoro normale, dove l’occupazione abusiva è l’unico modo per avere una casa, dove prolifera il commercio abusivo, dove si è creata un’economia illegale parallela. Eppure, sono luoghi dove è vivo e tangibile l’impegno dei cittadini, enti, associazioni, che svolgono un lavoro straordinario” aggiunge Causin.
“Tre sono i problemi delle nostre periferie: infrastrutture e qualità dei servizi, condizioni di sicurezza e qualità della vita delle persone è su questo che si sta concentrando la nostra attività. Quello che serve ora è una strategia di lungo termine, i fondi e le risorse devono diventare strutturali e devono essere impiegati non solo per finanziare le cose e le case, ma anche per sostenere il lavoro sussidiario che tante persone fanno, le associazioni, i piccoli gruppi stanno facendo” conclude.