India: i Chenchu rischiano lo sfratto da una riserva delle tigri – approvata invece l’esplorazione di uranio

Nel nome della conservazione, i funzionari indiani minacciano di sfrattare i Chenchu da una riserva delle tigri. Tuttavia hanno anche appena approvato l’esplorazione per la ricerca di uranio all’interno della stessa riserva. La mossa ha fatto infuriare gli attivisti, che accusano le autorità di ipocrisia.

La tribù dei Chenchu, nella Riserva delle tigri di Amrabad, supplica di poter restare nella terra che ha gestito e abitato per millenni.

“Il Dipartimento alle Foreste vuole sfrattarci da qui. Ma noi non vogliamo andare da nessun altra parte. Noi proteggiamo la nostra foresta. Andar via sarebbe come mettere un pesce fuor d’acqua: morirebbe…” hanno dichiarato. “Ma ora il governo, per suo profitto, sta separando i Chenchu dalla foresta – ed è come separare un figlio dalla madre.”

E hanno aggiunto “Il governo sta vendendo la foresta alle compagnie minerarie. Se andremo nelle pianure, diventeremo dipendenti dall’alcool, berremo e moriremo. In futuro, i Chenchu esisteranno solo in fotografia o nei video.”

“Noi viviamo nella foresta e lì moriremo. La foresta è nostra madre e la nostra vita. La fauna è la nostra vita: senza non possiamo vivere.”

Le autorità indiane giustificano gli sfratti forzati dei popoli tribali – che sono illegali secondo la legge nazionale e internazionale – sostenendo che ogni presenza umana nelle riserve è dannosa per le tigri. Tuttavia, in India, in molte riserve delle tigri, ai turisti paganti è consentito entrare in grandi gruppi, e sono state condotte anche attività come l’esplorazione mineraria, la costruzione di strade e persino alcuni scavi minerari.

Background
– I Chenchu sono solo una delle molte tribù dell’India che rischiano lo sfratto dalla terra ancestrale. Molte comunità Baiga sono già state sfrattate nell’India centrale, per essere poi abbandonate a se stesse oppure trasferite dal governo in campi di reinsediamento dove le condizioni di vita sono spesso tremende.
– La legge indiana prevede che ogni sfratto debba essere volontario e che le comunità siano risarcite. Tuttavia, le tribù raramente sono consapevoli di avere il diritto di restare, e di frequente ricevono minacce. Raramente il risarcimento in denaro è sufficiente a permettere loro di adattarsi a una vita fuori dalla foresta e spesso non ricevono quanto gli è stato promesso.
– La riserva delle tigri di Amrabad si trova nello stato di Telengana, nell’India meridionale.
– I Chenchu hanno vissuto come cacciatori-raccoglitori nell’India meridionale e centrale per millenni, fino quando la caccia è stata vietata negli anni ‘70. Gli sforzi del governo per farli iniziare a coltivare la terra hanno generalmente incontrato l’opposizione della tribù stessa.
– I Chenchu possiedono un’incredibile conoscenza della loro foresta e degli animali con cui la condividono. Raccolgono 20 diversi tipi di frutti e 88 diversi tipi di foglie. Considerano tutti gli animali sia come loro parenti sia come divinità. I loro costumi impongono che non si prenda mai più dello stretto necessario, e che non si sprechi nulla. Un Chenchu ha dichiarato: “quando gli esterni vengono nella foresta, tagliano tutti gli alberi e portano via tutti i frutti… Noi invece non tagliamo gli alberi, e prendiamo solo i frutti che ci occorrono.”

“Questo è il colmo dell’ipocrisia: le autorità sfrattano le tribù che hanno gestito questo ambiente per millenni, con il pretesto che la popolazione delle tigri ne risentirà se gli indigeni resteranno, e poi permettono l’ingresso ai prospettori di uranio” ha commentato oggi Stephen Corry, Direttore generale di Survival International. “È una truffa. E sta danneggiando la conservazione. I turisti della Riserva di Amrabad dovrebbero rendersi conto che stanno sostenendo un sistema che potrebbe portare allo sfratto dei popoli tribali – i migliori conservazionisti – dalle loro terre ancestrali, e che un giorno le miniere di uranio potrebbero prendere il loro posto.”

Fonte: www.survival.it

L’ALCHIMISTA NON percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille). La sua forza sono iscrizioni e contributi donati da chi ci ritiene utile.