“Non ascoltare in caso d’incendio” è il titolo dell’album di Davide Buzzi, giunto al suo quarto disco sebbene alle spalla abbia ben venticinque anni di carriera passati ad esibirsi in diverse parti d’Europa e a scrivere canzoni anche per altri artisti.
Il progetto, realizzato a cavallo fra Ticino e Milano, si avvale della collaborazione di una band di apprezzati musicisti italiani e di tutta una serie di ospiti speciali come Massimo Priviero, Dario Gay e il songwriter australiano Jason Kemp.
Davide Buzzi è sempre stato profondamente legato alla sua terra d’origine, Valle di Blenio e Ticino in generale, ed è proprio per questo motivo che anche in questo disco egli ha voluto segnare con delle impronte molto profonde questo suo legame.
Il titolo già da solo fa intuire che non ci troviamo davanti ad un album fatto di canzonette di facile ascolto. Rock d’autore a tutti gli effetti, con sporadiche ispirazioni derivanti dal country americano e qualche ballata di grande spessore rendono questo lavoro un piccolo gioiellino nel contesto della canzone italiana.
“Non ascoltare in caso d’incendio” in realtà è però parte di un progetto ben più articolato. Infatti questo album è il primo episodio di una trilogia che vedrà la luce a scadenze regolari fra il 2017 e il 2019.
Il progetto, realizzato a cavallo fra Ticino e Milano, si avvale della collaborazione di una Band di apprezzati musicisti italiani e di tutta una serie di ospiti speciali, personaggi che, ognuno a modo suo, hanno contribuito in modo importante alla storia della musica pop e rock italofona, non solo italiana ma anche di impronta svizzera.
Davide Buzzi è sempre stato profondamente legato alla sua terra d’origine, Valle di Blenio e Ticino in generale, ed è proprio per questo motivo che anche in questo disco egli ha voluto segnare con delle impronte molto profonde questo suo legame.
Fra le canzoni inserite nel nuovo lavoro ve ne sarà pure una cantata in dialetto ticinese più precisamente nel raro dialetto di Aquila (suo villaggio d’origine, che si trova in Valle di Blenio ai piedi del passo del Lucomagno).
La maggior parte delle canzoni contenute in “Non ascoltare in caso d’incendio” sono state scritte dallo stesso Davide, sia per quanto riguarda i testi come anche per la parte musicale. Tranne naturalmente per la rivisitazione di A MUSO DURO, storico brano di Pierangelo Bertoli.
È comunque importante sottolineare che a questo lavoro hanno collaborato anche autori di grande spessore, come Massimo Priviero, Dario Gay e il songwriter australiano Jason Kemp.
Tutti gli arrangiamenti sono stati curati dal chitarrista e produttore Alex Cambise, con in parte l’intervento dello stesso Buzzi su alcune tracce.
“Per me la musica è innanzitutto ‘le parole’! Può sembrare paradossale questo mio modo di intendere le mie canzoni, ma tutto nasce dal fatto che la mia scrittura è da sempre legata in primo luogo alle parole. Le mie canzoni nascono quasi tutte partendo dai testi, sui quali mi trovo a giocare e a comporre con la mia chitarra. Poi, grazie agli arrangiamenti di Alex e al contributo offerto da tutti i musicisti che partecipano alla creazione dei brani, queste prendono spessore e diventano una vera e propria opera collettiva. I miei brani sono quasi sempre delle microstorie, dei piccoli racconti della durata di 3/4 minuti dove cerco di trasmettere al pubblico le mie emozioni, i miei sogni e le mie convinzioni”.
Le atmosfere e le influenze sonore sono quelle tipiche del rock italiano, dove a dettare il ritmo sono batteria, basso e chitarra e con il cantante (Davide) che appoggia la sua voce graffiante su solida e densa base rock.