I numeri di Bankitalia
Il debito pubblico del nostro paese è sempre da record, eppure la banca d’Italia dice che ci sono spiragli per la ripresa economica.
Il Prodotto Interno Lordo sarebbe in recupero rispetto alla caduta avviata nel 2011 a causa della crisi del debito sovrano.
Secondo il bollettino economico di via Nazionale, l’attività economica è in ripresa e ci sarebbero buone possibilità di tornare a livelli pre-crisi già nel 2019.
Bankitalia ha rivisto al rialzo la stima del Pil dell’anno in corso portandola a 1,4%, in ripresa dello 0,9% dal bollettino di gennaio.
Gli esperti di Palazzo Koch stimano che nel prossimo biennio ci sarà un segno positivo dell’1,3% e dell’1,2% rispettivamente nel 2018 e nel 2019.
Le stime degli economisti di via Nazionale per il triennio 2017-2019 vengono riviste al rialzo ma «presuppongono il permanere di condizioni monetarie e finanziarie espansive», ossia si presuppone la prosecuzione delle politiche già avviate dalla Banca centrale europea.
A far propendere per una valutazione così rosea sono stati i dati di contabilità nazionale diffusi dall’Istat a giugno di quest’anno grazie ai quali deriva una crescita acquisita per l’anno in corso più elevata di 0,3 punti percentuali.
Per quanto riguarda poi l’inflazione, si stima un aumento contenuto: si parla infatti dell’1,4% per l’anno in corso e dell’1,1% per il 2018 mentre nel 2019 potrebbe salire dell’1,6% a causa di una moderata accelerazione delle retribuzioni.
Il bollettino economico Bce
Il Bollettino Economico della Bce sostiene che la ripresa economica mondiale si sta consolidando; gli scambi commerciali sono in accelerazione ma nell’area Euro le indicazioni sono contrastanti.
Nel vecchio continente infatti, se da un lato emergono segnali favorevoli riguardanti la crescita, dall’altro l’inflazione continua a fare da freno.
Ma la vera zavorra indicata dall’Eurotower è sempre la solita: «le prospettive di crescita economica nell’area dell’euro continuano ad essere frenate dalla lenta attuazione delle riforme strutturali, in particolare nei mercati dei prodotti e dalla necessità di effettuare ulteriori aggiustamenti di bilancio in numerosi settori, nonostante i miglioramenti in atto».
Ossigeno per la ripresa
In questo “venticello positivo” l’Italia è chiamata a fare il suo ruolo. Piccoli spiragli di ripresa ci sono ma a maggior ragione in questo momento occorre spingere sull’acceleratore delle riforme.
Il Centro studi sulla competitività, regole e mercati aveva già sottolineato, prima che arrivassero i primi segnali positivi, che il nostro Paese doveva spingere su tre capitoli prioritari: investimenti, giovani, oneri sul lavoro.
Il Cerm ha evidenziato i punti deboli da combattere e le iniziative da mettere in atto.
Per quanto riguarda gli investimenti, quelli pubblici ad esempio troppo spesso si bloccano per mancanza di progettualità o per il gioco dei poteri di veto.
Servirebbe allora per questi una cabina unica di regia per la progettazione e un piano nazionale di partnership pubblico privato.
Per i giovani la proposta è di un significativo sgravio contributivo, ma soprattutto servirebbe subito un intervento per dare ossigeno fiscale e contributivo al popolo delle partite Iva.
I segnali di crescita ci sono ma servono interventi concreti e veloci per consolidarla.