Re Filipe, ha dato dimostrazione di essere solo un “burattino”, ingiustamente mantenuto dal popolo. Le Monarchie al giorno d’oggi dovrebbero solo essere un ricordo del passato. Certi personaggi inutili, o meglio sarebbe dire utili come un terzo testicolo, dovrebbero avere voce solo nei talk show e di certo non dovrebbero parlare a nome di una intera Nazione. Re Filipe rappresenta solo se stesso e la continuazione di chi vorrebbe gestire ed umiliare la libertà dei popoli ed in particolare la DEMOCRATICA e LECITA libertà di ogni popolo ed individuo all’autodeterminazione.
Vergognoso il discorso di Felipe. “Un inaccettabile intento di appropriazione delle istituzioni storiche della Catalogna, condotto da autorità sleali che si sono messe al margine del diritto e della democrazia e che hanno voluto spezzare l’unità della Spagna con una condotta irresponsabile“. Questo è quanto ha dichiarato. NON una solo parola sugli oltre 2milioni di catalani scesi in piazza (irresponsabili e antidemocratici secondo il suo pensiero). NON un solo accenno ai quasi 900 feriti. NON un accenno alle violenze della Polizia. NESSUNA volontà di dialogo. Indegno, il suo discorso. Indegna, la sua persona. Indegno, il ruolo che riveste, non per merito ma per INDEGNA dinastia.
Personalmente non riesco a togliermi dalla testa, le immagini violente degli agenti spagnoli in Catalogna. I troppi volti insanguinati dei civili inermi, degli anziani colpiti con i manganelli, dei calci e dei pugni dei poliziotti, scagliati con una cattiveria tipica di un “malato mentale”.
No, non ci sto! E’ colpevole il silenzio dell’Europa. Siamo in Europa, NON è una questione interna spagnola. E’ UN DANNATO PROBLEMA DI LIBERTA’ e riguarda tutti, ma veramente tutti noi europei. Il silenzio dell’Europa è colpevole e violento quanto le manganellate! L’Onu, attraverso l’Alto commissario Onu per i diritti umani, chiede un’indagine indipendente. Zeid Ràad Al Hussein, si è detto “molto turbato” dalle violenze di domenica ed ha esortato “le autorità spagnole a garantire indagini complete, indipendenti e imparziali su tutti gli atti di violenza”.
Si può essere pro o contro indipendenza della Catalogna, ma oltre l’indipendentismo, milioni di persone si sono mobilitate per esercitare il diritto ad esprimersi democraticamente sul proprio futuro. La violenza voluta da Rajoy, però non è stata inutile. I favorevoli alla secessione erano nettamente in minoranza, prima del referendum, ora dopo ciò che è accaduto le cose stanno cambiando. La storia insegna, ma a certi “idioti, prepotenti e corrotti” per fortuna non insegna nulla e così la causa ha anche dei martiri, e molti residenti nella regione della Catalogna pur non essendo catalani, sull’onda dell’indignazione per l’inaudita violenza, contro un popolo che voleva solo attuare una pacifica consultazione, hanno adottato la causa dell’indipendenza.
Non faccio molto testo, per quanto riguarda i sentimenti che provo nei confronti della Catalogna ed in particolare di Barcellona, perché amo incredibilmente quella terra; però non si può negare che la Catalogna, coraggiosamente e con grande fermezza, sta combattendo contro un’architettura istituzionale sempre più subalterna ai diktat finanziari dei grandi centri di potere (lobby). Siamo tutti in balia di governanti corrotti ed inutili che servilmente eseguono le indicazioni che provengono dall’alto, nutrendosi dei fenomeni di corruzione che quotidianamente leggiamo sui giornali.
Giù le mani dalla Catalogna! LIBERTAD! Forse in pochi ricordano che Barcellona fu l’ultima grande città della Spagna a cadere sotto la tirannia della dittatura. Furono i Catalani a pagare un prezzo altissimo, come ieri, anche oggi.
Rajoy vorrebbe rilanciare la carta della radicalizzazione e della difesa della Spagna, ma in verità ha come solo scopo quello di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dai troppi casi di corruzione che vedono protagonista l’intero ceto politico, ovviamente a cominciare dal suo partito e dalla sua stessa persona. Rajoy è un uomo corrotto, ma ha fatto i conti male, con la storia e con la fierezza di un popolo, da sempre abituato a combattere.
Per quel che mi riguarda, posso solo “gridare” dalle pagine di MondoRaro la mia indignazione. Cercare di fare informazione, raccontare quello che sta accadendo… magari il vento del cambiamento arriva fin qui.. “Oggi in Spagna, domani in Italia” era il motto degli antifascisti durante la Guerra Civile Spagnola.
Contro le oligarchie e il sequestro della democrazia, contro la violenza e le manganellate, decisamente dalla parte del popolo.