Cosa ti ha spinto verso la musica?
La musica è sempre stata parte della mia vita fin da bambino. Mio padre che mi ha istruito a suon di cassette e CD dei Pink Floyd e altre band importanti della Rock progressive di quel periodo. Poi mio fratello con l’hip hop italiano e anche internazionale degli anni 90. Ma alla musica elettronica mi sono avvicinato da solo, ho sempre visto le tastiere e i sintetizzatori come degli oggetti “divini”. Da bambino sognavo di toccare i tasti con le mie stesse dita.
Raccontaci un po’ del tuo percorso artistico…
Il mio percorso artistico nasce intorno all’età dei 10/11 anni quando ho iniziato a prendere lezioni di batteria. Avevo un senso ritmico davvero notevole e così la mia famiglia ha pensato di iscrivermi a questo corso. Li ho trovato un maestro meraviglioso (Gianni Bertoncini che saluto) della scuola “Thelonious” di Vicenza. Ha visto subito in me del talento e ha sempre cercato di valorizzarmi addirittura dicendomi che da grande sarei diventato il batterista dei Metallica, che al tempo ascoltavo (scherza ovviamente). Ma questo mi ha sicuramente fatto capire che potevo prendere consapevolezze delle mie capacità. Dopo tanti anni di studio notavo però che mi affascinava sempre di più la strumentazione elettronica e così iniziai ad avvicinarmi alle console per DJ. Ma l’idea di limitarmi e propormi in serate e suonare brani di altri artisti non mi stuzzicava come idea. Così ho iniziato a documentarmi e scoprii che esistevano dei programmi per produrre musica elettronica. Iniziano così altri anni di studio personale finché non mi si apre l’opportunità del teatro. Il mio carissimo amico Edoardo Billato (attualmente attore e regista) mi propone il ruolo di compositore e tecnico audio luci per accompagnare i suoi spettacoli teatrali. Inizia così un “viaggio” lungo ben 5 anni ricco di soddisfazione, crescita e tanta, tanta passione. Ma la consapevolezza di voler crescere ancora e non fermarsi mai diventava sempre più concreta. Ecco che alla finestra si affaccia l’opportunità di firmare un contratto con la mia attuale etichetta discografica “Areasonica Records” e non ci ho pensato due volte. Questo mi ha permesso di iniziare un nuovo percorso da solista (anche se poi nei miei brani collaboro sempre con altri artisti) e di potermi esporre nel mondo vero e proprio delle musica.
Cos’è la musica per te?
La musica per me ha molti significati: rappresenta emozione, studio, dedizione, è un qualcosa che se te la senti dentro non puoi abbandonarla così facilmente. Per un compositore come me non va utilizzata solo nei momenti di bisogno, mi ha aiutato a “curare” anche momenti di sconforto, di difficoltà vera che ogni tanto la vita decide di metterci davanti. Ma la cosa più importante è che la musica non è una disciplina alla portata di tutti, solo alcune persone arrivano a fare grandi cose… e di certo non sono li per caso.
Parliamo della tua ultima fatica, come nasce?
“Il mio delirio” è stato davvero un delirio. Il processo di elaborazione è nato tutto molto tempo fa quando collaboravo con un amica, poi per vari tipi di problematiche creatosi nel tempo è stato abbandonato. Ma ogni tanto andavo nel mio studio di registrazione e sentivo che questo brano aveva davvero del potenziale. Così mi sono rimesso all’opera per risistemarlo e grazie alla collaborazione dei miei amici Enrico, Jahmuga e Elisabetta Piano siamo riusciti a ridargli vita. Senza di loro sicuramente sarei qui ancora a mangiarmi le mani quindi per questo voglio ringraziarli molto. In questo brano abbiamo voluto parlare di un amore tossico tra due donne. L’amore tossico è sempre più presente nella nostra società, nasce come sentimento positivo ma col tempo si trasforma in legame ossessivo dal quale è difficile scappare. Speriamo di dar voce a tante persone che si sono trovate in questa dinamica
Progetti futuri?
Molti, moltissimi…tra cui nuovi video clip, nuove collaborazioni, nuovi singoli e quella vocina in testa che si ripete ogni tanto e dice: “ma un album lo vuoi fare prima o poi”? Ma la cosa più bella è che sta per arrivare una novità molto importante per la mia carriera artistica. Ma ancora non posso rivelarla.
Perchè i nostri lettori dovrebbere ascoltare la tua musica?
Ascoltare la mia musica? Beh dato che i miei progetti musicali si basano spesso su avvenimenti che accadono nella vita quotidiana potreste rivedervi in alcuni contesti. Non solo a livello di testo ma anche per la musicalità. Non penso di essere bravo ma di riuscire a regalare sensazioni quello si!