Come d’abitudine in questo periodo dedico agli amici la “lettera di fine anno”.
Chiudo gli occhi. Cerco di non farmi confondere. Rimango in ascolto. Colpevole, decisamente colpevole. Non ho scampo. Nulla è al suo posto. Nulla è andato come doveva. Nessuna certezza. Tante le sconfitte. Fuori la città si muove e sembra non accorgersi della mia presenza. Tutto questo mi va così stretto. E’ una malattia, si è stata una malattia, questa sensazione di non aver concluso nulla.
Libero. Decisamente libero. Ho scelto la mia strada. Certo, ho pagato e pagherò un prezzo caro, ma se non fosse così, che senso avrebbe?
Perché lottare? Perché resistere? Perché scegliere e non lasciare che altri scelgano per me? Perché non ancorarsi alle “certezza” delle cose? Perché non arrendersi a ciò che appare comodo e semplice?
Vita. Amo la vita. Sono un entusiasta della vita. Mi meraviglio della vita. Ho tradito la vita. Ho sporcato la vita. Mi sono perso nella vita. Ho fatto l’amore con la vita. Ho sputato sulla vita. Ho abbracciato la vita.
Vita. Posseggo solo la mia vita, tutto il resto sono solo “cose” che provocano la sensazione della “certezza”, ma in realtà sono “morte”. La morte è certezza, la vita per sua definizione è “incerta”.
Chiudo gli occhi. No, non sono confuso. Colpevole, decisamente colpevole di vivere. Non ho scampo, a me la vita piace sul serio e nonostante la stanchezza e le difficoltà, continuo ad esserne profondamente innamorato. Mi piace restare in ascolto. ‘Fanculo tutte le certezze. ‘Fanculo tutte le sconfitte e le vittorie. Fuori la città si muove, non si accorge della mia presenza perché troppo frenetica, impegnata e distratta. Gli ingranaggi girano e “sfamano” la macchina/società, appagati dalla “certezza delle cose”. A me rimane tutto il resto… mi sta bene così.
Per quanto mi riguarda il 2017 è finito con due viaggi. Prima Cracovia e poi Barcellona. Due viaggi differenti. Due viaggi collegati l’uno all’altro. I luoghi della memoria e persone che fanno da tanto tempo parte della mia memoria. Ecco, penso che in fondo siamo solo questo: memoria. La memoria è l’insieme delle “particelle alchemiche” che compongono il nostro vero respiro. E’ l’insieme delle sensazioni e degli istanti che conserviamo. E’ “’l’immortalità” delle persone che abbiamo amato e non ci sono più. Senza memoria siamo nulla. Senza memoria siamo morti. E’ per questo che molte persone, si sentono perse e fragili e hanno bisogno delle “cose”. Non hanno memoria.
Ogni passo fatto. Ogni giorno vissuto. Ogni alba e ogni tramonto, ho amato tutto. Nulla, non ho proprio nulla da rimpiangere. Le “cadute oscure” sono servite per arrivare fin qui. I dolori mi hanno aiutato a crescere e fortificarmi. Mi hanno insegnato a scoprire le mie fragilità ed insicurezze. E’ stato un “prezzo” equo. Ho imparato a non confondere il dolore con l’infelicità.
Si possono provare grandissimi dolori, per scelte errate o perdite, e tuttavia non essere infelici.
Si possono ottenere “grandi vittorie” e possedere molte “cose” e tuttavia essere infelici ed insoddisfatti.
Il 2018 inizierà con nuovi viaggi. Sempre alla ricerca/scoperta di chi sono. In viaggio nell’Europa della memoria. Non viaggi per fuggire o per allontanarmi, come è stato nel passato. Viaggi per tornare e ancora tornare. Perché si parte da un “punto”, ed anche se si arriva molto distanti, nei luoghi e nel tempo, si torna allo stesso “punto”…tutta “colpa” dell’incanto della memoria…
Alla memoria mai perduta ed a quella ritrovata con fatica.
Buone feste a tutti e tutte