Raccontaci un po’ del tuo percorso artistico…
È un po’ come andare in bici sullo sterrato, che trema tutto. Non ho studiato musica con disciplina e costanza. Però sono sempre stato immerso nel mondo artistico. A 8 anni piano, 9 batteria, 10 chitarra, 11 canto, 12 tromba, 13 piano, 14 basso, 15 canto, e così via… Ho imparato la varietà, che mi caratterizza come artista e rimane alla base della mia produzione creativa. Il mio reale percorso artistico è iniziato da poco, con i primi due singoli Spettatori e Minerva. Ora resta da lavorare e studiare di più.
Raggiungere un proprio stile e identità, quanto è importante per un musicista?
È importante avere una propria identità forte, bisogna poterla gridare. È importantissimo anzi. Per lo stile ritengo il discorso sia un po’ diverso. Perché quello può anche variare, nel tempo. L’identità invece è qualcosa che deve essere alla base dell’artista, del suo lavoro, del suo vivere.
Parliamo della tua ultima fatica, come nasce?
L’ultima fatica è Minerva. Più che una fatica è stata uno sfogo, una liberazione. È nata tanto tempo fa, perlomeno tanto per me. Era la primavera 2019. Mi sembra sia passata mezza vita da quei mesi. Era il periodo in cui le nuvole si aprono sopra il cielo londinese. Si squarciano per lasciare passare un po’ di sole. E la mia bay-window quel sole lo prendeva tutto. Insieme alle piante di peperoncino che avevo sulla scrivania, erano tipo quaranta. Poi Mongi le ha fatte bruciare in due giorni. Come i germogli di peperoncino, Minerva mi ha dato la spinta per uscire quella primavera. Fine del letargo.
Hai un particolare progetto ideale e concettuale cui arrivare come massima aspirazione?
Sì. Vorrei poter arrivare a rivisitare a mia maniera la concezione di musica e spettacolo. Voglio farlo collaborando con altre persone ed altre arti. In una villa gigante, come quella del Grande Gatsby. Perché è facile andare dietro alla tendenza, a quello che fanno tutti. Però a me piace provare a fare cose nuove, mai viste. Provare a sorprendere, fallire, cadere, rialzarmi, e ripartire.
Perchè i nostri lettori dovrebbero ascoltare la tua musica?
Perché è bella. Spero.