Joseph di Joseph Bruno raccontato un brano alla volta

Uscito per Some Music Records, “Joseph” è un album che, prendendo a piene mani dall’universo sonoro anni ‘80, ci trasporta indietro nel tempo, all’adolescenza di Joseph, come fosse stato scritto proprio successivamente a quegli anni: “Joseph”, infatti, ispirandosi alla new wave degli anni ’80, ma guardando a questa con voglia di evoluzione, “spinge” le proprie sonorità verso quelle che furono tipiche delle band che uscivano negli anni ’90, a loro volta influenzate dagli stessi artisti da cui Joseph attinge.

The time has come
Parla del cambiamento nella nostra esistenza e della voglia di lottare per i propri obbiettivi. Proprio in questo percorso, ogni individuo ed ogni essere umano può donare al prossimo un riferimento, una speranza, una possibilità al proprio viaggio esistenziale, qualsiasi forma esso abbia.

Fly
Parla del nostro percorso di vita, della legge di causa ed effetto e di tutto ciò che noi costruiamo durante il suo percorso. È un brano dalle armonie quasi oniriche, poiché rappresenta il costante dualismo tra l’anima e la materia, l’oscurità e la luce, e tutti i mondi invisibili del nostro animo umano.

The world in my hands
Rappresenta il contatto tra l’uomo e la natura, la connessione di ogni individuo all’universo. Ogni individuo è, per me, un singolo universo strettamente connesso al suo simile nelle sue peculiarità e nelle sue singolarità; non è, per me, questa una realtà fatta di apparenza, bensì una realtà in cui ogni essere ritrova i suoi simili attraverso vibrazioni intime del proprio animo.

Beyond this way
È un tributo ai ricordi del passato; è una canzone evocativa che non vive di rimpianti o nostalgia, bensì rende onore ad essi traslandoli nel presente per donare un futuro lucido, un futuro denso di speranza e nuove possibilità.

Father
È una profonda dedica a mio padre, che è venuto a mancare due anni fa, ed è un omaggio ai suoi insegnamenti, un elogio alla sua vita, al suo essere leggero ma allo stesso modo determinato nei momenti difficili, al suo costante affermare che i valori tramandati diventano costante presenza anche nell’assenza fisica in questo mondo, un costante monito.

Forgot
Parla dei periodi bui vissuti durante il lockdown e di quanto sia importante esser liberi da ogni forma di gabbia fisica e mentale; è un richiamo a quando ci si sente isolati ed abbandonati dal resto della società, a quando si aspetta l’epilogo per un nuovo inizio, a quando si ha voglia riprendere tra le mani la propria vita e ritornare tra le strade per condividere i propri pensieri e viverli in maniera incondizionata

In a lifetime
È un elogio alla musica, alla sua forza comunicativa. La musica è vita e la vita è musica; in entrambi i casi, quando la si affronta, nulla è facile da capire: nelle sue pause, nei suoi tempi veloci, è un continuo susseguirsi di eventi.

Live your life
È un omaggio alla vita e alla sua bellezza, a tutti gli spazi da vivere, a tutti gli attimi da cogliere. È un’esortazione a non aver paura di viverla, nella sua luce e nella sua oscurità, nella sua profondità e nella sua leggerezza. È un invito a girare le strade del mondo per capire tutte le sue infinite sfumature.

Don’t be afraid
Parla del disagio giovanile ed è un’esortazione all’accettazione d’ogni essere umano; è un brano scritto contro la xenofobia ed il razzismo. In questo brano ritorna il concetto di connessione tra individui. È tipico in una fetta della nostra società far branco per appartenenza o convenienza, ed il brano vuole sfatare questo tipo di mentalità. Essere connessi indica proprio questo tipo d’atteggiamento che prevarica ogni forma o status sociale.

Air to breath
È un brano scritto contro ogni falsità ed ogni forma di repressione, ma non vuole avere una collocazione o un’appartenenza politica. È un messaggio ed un’esortazione a fare attenzione ai messaggi della nostra società in cui, a volte, veniamo spinti a odiare gli oppressi ed amare gli oppressori: è una linea sottile da osservare costantemente, una linea a cui guardare con estrema attenzione.

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