Le donne sono tornate ad alzare la voce chiedendo stesse opportunità di carriera, stessi salari e diritti e per dire basta alla violenza. L’hanno fatto a Washington marciando contro il presidente Trump, un evento storico, un’onda capace di travolgere le coscienze, che si intreccia con il movimento #metoo nato sui social per denunciare le molestie e violenze e che si è diffuso in modo virale in tutto il mondo. Perché il problema esiste e i numeri che lo raccontano sono vertiginosi: si conta che in Italia, siano 1 milione 403 mila le donne che hanno subito almeno un ricatto sessuale sul posto di lavoro nella loro vita. Le condanne per stalking sono passate da 35 nel 2009 a 1.601 nel 2016. Il 37,6% delle donne vittime dei partner ha riportato ferite, lividi, contusioni. Questi i dati dell’Istat a conferma della gravità del fenomeno.
Ma la violenza non è solo fisica, ne esiste un’altra, capace di insinuarsi pericolosamente nella mente di una donna, fin dall’infanzia. È l’aggressività di certe parole ed espressioni, pronunciate per strada, al lavoro, in famiglia. Sia con intenzione di offendere, ma anche senza pensarci. È un linguaggio preciso che duramente definisce il perimetro di azione delle donne, quello dei suoi pensieri e del suo corpo, accorciando prospettive e delimitandone azioni.
La raccolta di racconti Brave con la lingua (Autori Riuniti), nasce proprio da questa esigenza di riflessione. Riunisce voci, esperienze e visioni del mondo di quattordici autrici che hanno usato la narrazione come strumento per liberarsi dalle “parole chiuse”: chiuse sono le parole che incastrano le donne all’interno di definizioni errate. La convinzione che muove il libro, curato da Giulia Muscatelli, è che la condizione femminile nel nostro paese sia anche una questione di linguaggio.
Al Circolo dei lettori l’appuntamento è giovedì 26 aprile, ore 21, con la curatrice Giulia Muscatelli e alcune delle autrici, Noemi Cuffia, Chiara Pietta, Silvia Pelizzari, Silvia Greco, Francesca Manfredi, Romina Falconi, Elena Varvello, Domitilla Pirro, Vittoria Baruffaldi, Giulia Perona, Irene Roncoroni e Flavia Fratello.
Racconta Giulia Muscatelli: «Abbiamo chiesto a quattordici donne di raccontarci qual è stata l’espressione che le ha definite nel corso della loro vita. E poi, a ognuna di loro abbiamo chiesto di scriverne. La raccolta è il risultato di tante riflessioni, a volte anche dolorose, attorno a una singola affermazione. Ma, ancora di più, è la dimostrazione di come sia possibile uscire dalle gabbie linguistiche, e diventare, davvero, Brave con la lingua».
Qualcosa sulle protagoniste della serata al Circolo dei lettori: Noemi Cuffia è torinese, scrittrice e blogger di Tazzina di caffè, il suo racconto si intitola Chiare; Chiara Pietta ha scritto La piantina, è bresciana e lavora alla Scuola Holden; Silvia Pelizzari è blogger letteraria, classe 1983, già collaboratrice di Pagina99 e ufficio stampa di Finzioni, Tutto quello che vuoi è il suo racconto; Silvia Greco è autrice di Un’imprecisa cosa felice (Hacca Edizioni), ha scritto Maneggiare con cura; Francesca Manfredi ha esordito con Un posto dove stare (La nave di Teseo) Premio Campiello Opera Prima 2017, il suo racconto è Santa Cristina vergine e martire; Romina Falconi è cantautrice, suo è La ragazza finestra; Elena Varvello è scrittrice, l’ultimo romanzo è La vita felice (Einaudi), Brave con la lingua comprende il racconto Rane; Domitilla Pirro è giornalista, collabora con la Scuola Holden, e ha fondato Merende Selvagge, il suo racconto è Impropria; poi ancora Vittoria Baruffaldi, professoressa di filosofia e storia al liceo, autrice per Einaudi di Esercizi di meraviglia, partecipa con il racconto La lotta alla cellulite; Giulia Perona invece è ideatrice del podcast Senza Rossetto, il suo racconto si intitola E l’amore?; infine Irene Roncoroni, promotrice di progetti culturali, ha scritto La casa e la giornalista di La7 Flavia Fratello con Signor Sì, Sissignora!.
Il ricavato delle vendite di Brave con la lingua è devoluto ad associazioni contro la violenza sulle donne.