Il nuovo film di Shinya Tsukamoto. Una nuova riflessione sulla violenza. Questa volta su un fenomeno radicato nella cultura giapponese: quello dei samurai. In effetti anche noi spettatori abbiamo sempre visto film su samurai, senza porci troppe domande sulla legittimità di quella violenza. Tsukamoto, invece, parte proprio da questo dubbio: come può essere così facile uccidere? Ammazzare persone senza alcuna esitazione? E lo fa prendendo come punto di riferimento un giovane samurai incapace di uccidere. Si sviluppa così non solo una riflessione sul concetto generale di violenza, ma proprio su una tradizione, su una componente ormai del tutto consolidata nell’immaginario collettivo. In questo senso il film nasce dal passato e dalla storia per poi modernizzarla, attualizzarla, ponendo in prima linea un problema più che mai contemporaneo.
Violenza come dimostrazione di forza e coraggio, per diventare eroi, per sentirsi i migliori del villaggio. Come se bastasse uccidere per essere apprezzati e considerati.