Si parla spesso di immigrazione in termini di cifre: il computo statistico dei vivi e dei morti. Chi ce l’ha fatta e chi no da questa parte di mare. Ma dietro l’asetticità dei calcoli restano le storie, le vite, i sogni spezzati e altri ancora da inseguire, che nessun giornale al mondo racconterà mai fino in fondo e come si deve. Si parla e si scrive tanto di immigrati: se ne parla nelle televisioni e se ne scrive sugli organi di stampa. Aldilà dell’abuso tematico – e delle sue ricadute sul sociale – vogliamo continuare a pensare ai vissuti che stanno dietro le facce spaurite e le braccia tese delle foto sugli schermi e sui giornali. Vogliamo pensare alle lacrime e ai sorrisi, alla speranza e alla paura delle persone migranti, spogliati dallo status di oggetto di cronaca. So va alla ricerca di facce e voci denudate anche dalle esigenze delle fiction cinematografiche. L’intento dl “La libertà non deve morire in mare” è documentaristico. Nel senso più spoglio, verista, autentico che si riesce ad assegnare a questo termine. Davanti le telecamere ci sono persone che parlano e dicono ciò che vogliono dire. Persone che sono fuggite da qualcuno o qualcosa ed altre che – per mestiere, caso, carità cristiana, scelta politica – le hanno accolte. Le storie che ascolterete in questo docu-film sono storie di vita vera. Non distolgono lo sguardo dalla tragedia ma nemmeno, ci piace pensare, dalle occasioni di speranza che allignano, in ogni caso, dietro il tema aperto e percepito della migrazione. Unico espediente strappato al realismo della presa diretta è quello della voce narrante, assunta come espediente di raccordo, voce tra le voci, espressione interiore, riflessione collettiva sull’argomento.
Titolo originale: La libertà non deve morire in mare
Durata: 77′
Regia: Alfredo Lo Piero
Cast: Giacomo Brignone
Produzione: Lulifilm
Distribuzione: Distribuzione Indipendente