Valentino Vago, incisioni “en plein air” conferenza di presentazione del Catalogo Ragionato dell’Opera Grafica di Valentino Vago realizzato in occasione della mostra Valentino Vago. Incisioni (1952-1959) in corso sino al 21 dicembre nella Biblioteca della Accademia di belle Arti di Brera
Mercoledì 12 dicembre 2018, ore 17,00
Accademia di belle Arti di Brera, Sala Napoleonica – Milano, via Brera 28
La presentazione è aperta al pubblico
Informazioni per il pubblico:
+39.02.8695.5335 www.accademiadibrera.milano.it
comunicazione@accademiadibrera.milano.it
Interverranno:
Claudio Cerritelli
Viviana Cresseri
Elisabetta Longari
Ornella Mignone
Valerio Vago
Valentino Vago. Catalogo Ragionato dell’Opera Grafica 1952 – 1959
Casa Editrice Stefanoni, Lecco (pp. 80, € 25)
La produzione incisoria di Valentino Vago si concentra in un ristretto arco di anni, dal 1952 al 1959. L’artista si avvicinò a questa disciplina da studente, quando presso l’Accademia di Belle Arti di Brera frequentò i corsi tenuti da Benvenuto Disertori. L’interesse per l’acquaforte trascese dunque lo studio, come testimonia la sua iscrizione, dal 1957 al 1960, all’Associazione Incisori d’Italia e la partecipazione a tutte le mostre e i concorsi organizzati dall’Ente, in quegli anni presieduto da Carlo Carrà e Aldo Carpi.
Molte delle lastre prodotte da Vago sono state disperse, distrutte o irrimediabilmente rovinate, cionondimeno il regesto oggi stilato si basa solamente sulle lastre e sulle stampe raccolte presso l’Archivio Valentino Vago: un corpus di oltre quaranta incisioni ad acquaforte molte delle quali rieditate nel 2014 a partire dalle lastre originali degli anni Cinquanta, il cui restauro e successiva stampa si deve alla Stamperia d’Arte Pilar Dominguez, mentre la loro organizzazione in piccole serie (Estate, Marine, Donne, Campagna e Oltre il paesaggio) è stata curata da Valentino Vago stesso.
L’attività incisoria di Vago appartiene a un’epoca così iniziale del suo percorso da rappresentare uno stadio che precede il delinearsi la sua fisionomia di autore; nonostante questo la sua esperienza da acquafortista è caratterizzata da una parabola ascendente: la produzione grafica nel periodo iniziale risente di evidenti caratteri accademici da cui l’artista si affranca nel corso del decennio. Il segno acquista via via scioltezza e fluidità di tratteggio, l’immagine è resa con andamenti immediati e liberi di indagare i valori atmosferici in relazione alle figure, con un desiderio crescente di superare la cura dei dettagli per giungere alla loro trasfigurazione poetica.
La vicenda incisoria di Vago si esaurisce nell’arco di pochi anni ma la qualità della sua ricerca e delle opere prodotte ad acquaforte è testimoniata dalla loro presenza in prestigiose collezioni, come nel caso della Civica Raccolta Bertarelli presso il Castello Sforzesco e la Civica Raccolta del Disegno di Salò.
BIOGRAFIA
Nato a Barlassina nel 1931, Valentino Vago frequenta l’Accademia di Brera nei primi anni Cinquanta: suoi compagni di studi sono stati tra gli altri Valerio Adami, Bepi Romagnoni, Kengiro Azuma, Floriano Bodini. Nel 1960 inaugura la sua prima rilevante personale al Salone Annunciata di Milano con una presentazione di Guido Ballo. Tra anni Sessanta e Settanta si succedono personali all’Annunciata e nella galleria Morone 6 di Milano, ma anche da Martano a Torino e Contini a Roma. Nel 1972 vince il XXVI Premio Michetti. In questo stesso anno il suo lavoro è accostato a quello degli esponenti della Pittura Analitica o Nuova Pittura, con i quali peraltro espone nelle mostre “fondative” di questa tendenza, ma senza mai sentirsi totalmente in sintonia con essa. Nel 1980 il Palazzo Reale di Milano ospita un suo intervento ambientale intitolato Tre stanze in scala tonale. L’anno precedente a trasformarsi in una grande opera pittorica tridimensionale erano stati gli spazi della Cassa Rurale e Artigiana della sua città natale, Barlassina, che nel 1982 vedrà anche la chiesa parrocchiale di San Giulio trasformarsi grazie alle campiture blu di Vago. Con gli anni Ottanta giungono anche la prima antologica al PAC di Milano, un ampio consenso internazionale, un’attività espositiva che spazia dall’Europa all’America Latina. Si susseguono inoltre le collaborazioni con architetti e gli interventi in chiese italiane e straniere. Nel 2007 l’artista dipinge i 12.000 mq di superficie della chiesa di Nostra Signora del Rosario a Doha, in Qatar. Nel 2011 Skira da alle stampe i tre volumi di cui è composto il suo Catalogo Generale. Nel 2017 termina l’opera ambientale nella Chiesa di San Giovanni in Laterano a Milano, che intitola Il mio Paradiso. Muore a Milano il 17 gennaio 2018.