Riflessioni, Ispirazioni, Disperazioni dall’inquieto vivere di questa nostra Umana Commedia.
Se il sommo poeta Dante si ritrovò in una selva oscura (con legittimo dubbio di Beatrice e avvezza sintesi del maschil vagheggiamento: -Oh di chill’é codesta selva oscura.. Io sò chiara?!- ) é quanto mai attuale lo smarrimento anche per chi non é poeta e neppure somma come la sottoscritta, semmai insomma.. Vogliamo ammetterlo cosa ci scontenta, disorienta, sgomenta.. Vogliamo farlo questo così di moda “comingázz” per dirla con Sconsy, chissà che riaffiori la profonda fede nel divino senso di questa Nostra Vita e ancor più la fiducia nel nostro terreno!? Ancora distante il custodirlo e l’erigerlo di un’umanità “confusa e infelice” parafrasando la canzone più che il canto dell’Umana Commedia Sconsy precisa
“Io nella mia ignoranza vi dirò cosa che ne penzo, voi nella sua ignoranza penzerai a cosa che ne dico , tanto tutti ignoriamo quaccosa; l’importante é che non ci gnoriamo fráddinoi! Ca siamo tutte anime raminchie in cerca di un po’ di Paradiso.. ”
Quell’appartenenza alla grandiosa armonia cosmica di cui l’anima ha consapevolezza e ineludibile nostalgia, che le seduzioni del reale possono anestetizzare non guarirne la mancanza nel peregrino viatico