Titolo originale: The Brink
Nazione: U.S.A.
Durata: 91′
Regia: Alison Klayman
Cast: Stephen K. Bannon, Louis Aliot, Patrick Caddell, Steve Cortes, Yasmine Dehaene-Modrikamen, Filip Dewinter, Kent Ekeroth, Lena Epstein, Nigel Farage
Produzione: AliKlay Productions, Claverie Films, RYOT Films
Distribuzione: Wanted Cinema, Feltrinelli Real Cinema
Focus sull’ex stratega della Casa Bianca, Steve Bannon, poi cacciato da Donald Trump. Dal suo allontanamento dalla Casa Bianca fino al termine della sua campagna itinerante tra U.S.A ed Europa, viene fatta luce sui suoi sforzi per dare vita a The Movement, l’organizzazione creata per promuovere una politica sovranista e populista nel Vecchio e Nuovo Continente, al fine di unificare i partiti di estrema destra. Quando Steve Bannon lasciò la sua posizione di capo stratega della Casa Bianca meno di una settimana dopo lo “Unite the Right Rally” (noto anche come disordini di Charlottesville, manifestazione organizzata dai suprematisti bianchi nell’agosto 2017), era già una figura ben nota nella cerchia ristretta di Donald Trump per aver portato un’ideologia di estrema destra nelle più alte sfere della politica americana. Non vincolato da un incarico ufficiale – anche se alcuni dicono che abbia ancora una linea diretta con la Casa Bianca – si è sentito libero di utilizzare la sua influenza per trasformare il suo controverso movimento nazionalista in un movimento globale. The Brink segue Bannon attraverso le elezioni di medio termine del 2018 negli Stati Uniti e fa luce sui suoi sforzi per mobilitare e unificare i partiti di estrema destra per ottenere seggi nelle elezioni europee di maggio 2019. Per conservare il suo potere e la sua influenza, l’ex banchiere di Goldman Sachs nonché investitore nel settore dei media (è stato fondatore della società Bannon & Company ed ex direttore di Breitbart News), reinventa così se stesso per l’ennesima volta, in questa circostanza come leader auto-nominato di un movimento populista globale. Manipolatore acuto della stampa e formidabile promotore di se stesso, Bannon continua a riempire le pagine dei giornali e scatena proteste ovunque vada, alimentando il potente mito su cui si basa la sua sopravvivenza.