Una domanda che mi pongo tutti i giorni è: ha senso lottare e lottare per chi?
Cerco di essere onesto nelle mie battaglie. Credo veramente in quello che faccio, in quello che scrivo. Non mi sto lamentando delle mie lotte o delle sconfitte e non rinnego una sola cosa scritta o detta, solo che è forte la sensazione di aver sbagliato tutto. Ho sbagliato veramente tutto? E’ tutto inutile?
Mi accorgo che c’è un enorme confusione nella mia amatissima Italia, paese che critico costantemente ma che sono disposto a difendere con tutte le mie forze, o meglio sono disposto a difendere con tutte le mie forze le persone comuni.
C’è qualcosa che non va. I corrotti e i corruttori stanno in Parlamento, a volte sono ministri, banchieri, quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione sono feccia, e non è una questione politica… non c’entra nulla destra, sinistra o centro. Siamo nelle mani di mostri che idolatrano il denaro e sono affamati di potere.
Si minimizza tutto in questo paese… e la tv viene riempita di stupidaggini per non far pensare… e i giornalisti che veramente combattono vengono isolati. In questo paese, che giuro amo, fa tutto schifo e noi chiudiamo gli occhi. Lo amo sul serio questo paese ed ecco perché lo critico. Vorrei un’Italia migliore.
Lavori, stipendi, abitazioni è tutto controllato da organizzazioni criminali, voi se volete chiamatele più semplicemente banche.
Mi sento un immigrato nella mia stessa terra… fin da piccolo ti insegnano che viviamo in uno Stato democratico, dove abbiamo diritti e doveri reali e tangibili… ma è proprio così? A me sembra che tutti noi dobbiamo rispettare i doveri e se non lo facciamo veniamo sanzionati, mentre per i diritti è un’altra storia… vengono costantemente violati.
Qui, in questo paese, la burocrazia e la corruzione di fatto non concedono reali garanzie, e sotto il tetto marcio delle proibizioni, dei divieti, dei favoritismi e della criminalità, non esistono diritti nella vita di tutti i giorni. L’Italia non è al servizio dei cittadini, ma tutti noi siamo ospiti, ai quali viene concesso di vivere e lavorare su questa terra, perché pochi ne possano trarre profitto. Il sistema non va messo in discussione. Le caste di malfattori che hanno nella mani il nostro stato, ci ingannano, ci sfruttano, ci rendono schiavi e costruiscono intorno a noi un modo di vivere frenetico, al fine di non farci soffermare troppo sulle cose… non dobbiamo pensare…
Viviamo precariamente e non facciamo nulla per migliorare la nostra vita. Cerchiamo solo di fregare il sistema, di arrangiarci… una vita miserabile, da schiavi, che lascia poco tempo alla riflessione… alla voglia di informarsi e capire cosa accade realmente.
Ha senso lottare e lottare per chi? Per me ha senso… ha senso essere qui, per cercare una vita migliore per noi stessi e difendere la nostra libertà. Credo che tutti dovrebbero combattere per non farsi portare via l’opportunità di vivere… mentre oggi abbiamo solo la possibilità di sopravvivere.
Credo che sia arrivato il tempo di fronteggiare il clan di malfattori che governa l’Italia… credo che sia arrivato il tempo di stringersi intorno alla nostra patria e di sentirsi veramente italiani… non sentiamoci italiani intorno ad una nazionale di calcio… sentiamoci italiani intorno a valori ed ideali… credo che sia arrivato il tempo di agire collettivamente, perché insieme si può e si deve cambiare il sistema… insieme possiamo proteggerci e cacciare via la feccia.
Essere giornalisti è una scelta, ma qualcuno ha confuso quella scelta con un “posto da impiegato”… Essere giornalisti vuol dire combattere costantemente per la LIBERTA’ avendo la consapevolezza che spesso saremo sconfitti, ma in fondo che senso ha una battaglia se si ha la vittoria in tasca…
Ogni giorno colleghi giornalisti muoiono, vengono fatti prigionieri e torturati… ogni giorno molti di noi sono in pericolo… ogni giorno siamo costretti a scontrarci con “i poteri forti”. Ogni giorno qualcuno di noi, tradisce e “passa al nemico”.
E’ determinante per me la necessità di difendere la libertà di stampa, di opinione e quindi di libero pensiero, ma deve essere anche forte la necessità di NON oscurare la verità per compiacere il potente di turno.
La libertà è un bene troppo prezioso, per poterla mercanteggiare o violare. No a qualsiasi compromesso.
Un giornalista dovrebbe, secondo me, essere sempre dalla parte di chi è più debole… questo lavoro è una missione, non un’opportunità per fare soldi, carriera o diventare famosi…
Tutti noi giornalisti siamo chiamati a dover dimostrare la veridicità di quanto affermiamo o scriviamo, mediante documenti o la citazione delle fonti. NON dovrebbe essere permesso a nessuno di noi giornalisti di poter manipolare l’informazione per propri fini. Al tempo stesso non dovrebbe essere permesso di querelare il giornalista che scrive o afferma la verità o che propone delle semplici domande.
Ogni diffida, ogni querela è una chiara intimidazione, alla quale bisogna rispondere nelle opportune sedi, ma soprattutto non mollando mai la presa e continuando a fare informazione.
E’ sempre stata forte, da parte dei potenti, la tentazione di mettere a tacere la voce di chi racconta i fatti. I potenti però dimenticano una cosa che la storia insegna… non importa quante perdite ci saranno, ma a vincere sarà SEMPRE chi combatte per un ideale e non chi ha fatto del denaro e del potere un IDEALE.
Io sono un giornalista e un cittadino del mondo in prima linea… non ho padroni e non voglio averne. Amo la LIBERTA’… io devo, voglio, posso cambiare le cose… e se tu che mi stai leggendo pensi che sia solo un illuso, allora non hai capito un cazzo e faresti meglio a spararti un colpo alla testa… il mondo non ha bisogno di “morti viventi” che si lasciano guidare ed utilizzare… basta lamentarsi, basta dare la colpa ad altri se il sistema non funziona… inizia a dire NO, in questo assurdo paese Italia. NO al sistema, NO ai soprusi, NO alla tua finta libertà, No ai compromessi, No all’illegalità. Il tuo NO oggi, sarà domani un meraviglioso futuro per le generazioni che verranno.
Io voglio lottare per il cambiamento… e tu che ruolo avrai nella tua vita?