Valerio Calandrella, ristoratore di Amatrice: «Siamo disperati, solo il 4% delle case è stato ricostruito. Dopo il terremoto sono spuntati tanti prodotti che si definiscono “di Amatrice” ma diffidate dalle imitazioni, i veri marchi sono solo due»
“A chi ha perso tutto e riparte da zero perché niente finisce quando vivi davvero”. E’ questa la scritta che campeggia sullo stand di prodotti di Amatrice che si trova a Il BonTà, il Salone delle Eccellenze Enogastronomiche dei Territori che si è aperto oggi, sabato 9 novembre e continuerà fino al 12 novembre nei padiglioni di CremonaFiere. Arrosticini, salumi e formaggi prodotti dagli unici due marchi che sono realmente presenti ad Amatrice: Il “Caseificio storico Amatrice” per i formaggi e il “Sano” per i salumi, oltre alla birra “Alta Quota”. Perché sembra che dopo il terremoto siano oggi in tanti a cercare di vendere i propri prodotti come “originari di Amatrice”, anche se in realtà di Amatrice proprio non sono. A lanciare l’allarme è Valerio Calandrella, il gestore del ristorante Da Partrizia di Amatrice, nell’Area del Gusto. «Noi siamo un ristorante di Amatrice, e abbiamo alcune specialità di nostra produzione che abbiamo portato al BonTà di Cremona insieme a prodotti di altri colleghi di Amatrice – spiega Valerio Calandrella -. Facciamo infatti da ambasciatori delle tipicità amatriciane: abbiamo creato un circuito informale di professionisti che promuovono i veri prodotti di Amatrice, provando a difenderci da chi presenta prodotti amatriciani che in realtà non lo sono. Da dopo il terremoto esistono ditte che spacciano per esempio del formaggio come “pecorino di Amatrice”, ma senza alcuna etichetta». A Il BonTà i produttori di Amatrice hanno portato Spaghetti all’amatriciana, olive ascolane e arrosticini, oltre ai buonissimi salumi e formaggi. «Pecorino e guanciale sono la nostra nicchia, e ad Amatrice ci sono un unico salumificio e un unico caseificio: due sono i marchi, quindi è semplice risalire a un prodotto veramente amatriciano. Stessa cosa per la birra, che pure presentiamo in fiera. Dopo il terremoto tutti siamo stati pesantemente danneggiati, e siamo stati costretti a ripartire più con le nostre forze che con quelle dello Stato. Oggi il nostro ristorante si trova, insieme ad altri 7, nell’Area del Gusto, una zona creata grazie alla raccolta fondi lanciata da La7 e Corriere della Sera: nel periodo estivo la gente arriva, ma nella cattiva stagione non esistono più le seconde case dei romani. Abbiamo perso tutte quelle presenze. Da dopo il terremoto quindi abbiamo iniziato a girare le fiere per promuovere Amatrice».Valerio Calandrella spiega come la ricostruzione sia ancora fera al palo. «Le case ricostruite sono solo il 4%. La situazione è drammatica. Ho perso il conto del numero di governi che è cambiato da quando c’è stato il terremoto, ma ogni volta è sempre la stessa storia, si ricomincia da capo – spiega Valerio Candrella -. D’estate la gente c’è, ma si tratta comunque di un turismo mordi e fuggi, perché non ci sono alberghi e quindi anche volendo i turisti non possono restare a dormire. Vengono a passare la giornata, magari mangiano e comprano i prodotti, ma non si possono fermare».
IL BonTà, il Salone delle Eccellenze Enogastronomiche dei Territori si è aperto oggi sabato 9 novembre e continuerà fino al 12 novembre nei padiglioni di CremonaFiere. Arrivato alla 16° edizione conta 2.000 prodotti artigianali dei territori e l’anno scorso è stato capace di attrarre più di 30 mila visitatori. Quest’anno la manifestazione ha ampliato del 25% lo spazio espositivo, accogliendo prodotti che rappresentano quasi tutta la penisola. I produttori presenti in fiera provengono infatti da 16 regioni d’Italia. Il Salone dedicato ai sapori autentici e al cibo di alta qualità è un evento unico in cui l’eccellenza enogastronomica dei prodotti tipici dei territori, unita all’educazione alimentare e alle nuove esigenze del mercato, incontra l’interesse dei consumatori e degli operatori del settore.
Tra gli eventi previsti anche L’abito gourmet, una realizzazione della stilista Angela Colosimo, una abito che, letteralmente, si può mangiare. Il Mais corvino, un tipo particolare di mais nero, dal chicco nero e allungato, che veniva coltivato dai Maya già nel 3.500 avanti Cristo ma che in Italia non si coltivava più dal 1700. Un alimento con caratteristiche molto particolari: ha il doppio delle proteine e il 20% in meno di carboidrati rispetto al mais normale. Inoltre ha 20 volte tanto gli antiossidanti presenti nel mais comune. Un prodotto che un giovane agricoltore. Carlo Maria Recchia, di 26 anni, ha deciso di recuperare, spinto dall’amore per la terra e per l’agricoltura, diventando il primo e unico produttore e distributore di Mais Corvino in tutta Europa. Tanto spazio anche per i produttori calabresi, con la mostra dei peperoncini dal mondo, il “Tabasco di calabria”, la prima salsa di peperoncino fermentato fatta di soli peperoncini calabresi che verrà proposta in fiera come base per un cocktail inventato per l’occasione e il caffè al peperoncino.
Il salone comprende anche uno spazio dedicato ai professionisti della ristorazione: il BonTà Professional, che permette di toccare con mano il meglio delle attrezzature professionali. Terzo filone della manifestazione è quello dedicato alla birra: Special Beer Expo. Qui le specialità birraie dei territori incontrano professionisti e appassionati del mondo della birra, creando il contesto ideale per scoprire abbinamenti originali, tendenze innovative e per confrontarsi sulle ultime novità in tema di somministrazione e consumazione delle birre speciali.