Un nuovo rapporto di Survival International denuncia l’illegalità degli sfratti di massa dei popoli indigeni dell’India dalle terre trasformate in riserve delle tigri.
Il rapporto, lanciato in occasione della Giornata mondiale ONU per i diritti umani, indaga le dichiarazioni dei ministri al governo e dei conservazionisti secondo cui i “trasferimenti”, come ufficialmente vengono chiamati, sono volontari e attuati nel rispetto della legge.
Tuttavia, le prove fornite nel rapporto dimostrano inequivocabilmente che gli sfratti di migliaia di indigeni si verificano senza il loro consenso libero, previo e informato, e in violazione di molte importanti leggi, sia nazionali sia internazionali.
Gli sfratti non si possono classificare come “volontari” e sono pertanto illegali.
“Siamo stati una delle ultime famiglie a resistere” racconta Subelal Dhurwey, giovane Baiga il cui fratello, Sukhdev Dhurwey, è stato ucciso dopo essere stato sfrattato dalla riserva delle tigri di Kanha. “Ma i funzionari della riserva ci hanno costretto ad andarcene. Ci avevano detto che si sarebbero presi cura di noi per tre anni, ma non hanno fatto nulla. Non è venuto nessuno ad aiutarci nemmeno quando è stato ucciso mio fratello.”
“La verità vera è che sono stati sfrattati con la forza… Sono stati picchiati” ha riferito a Survival JK Thimma, leader Jenu Kuruba che ha assistito ai “trasferimenti volontari” di molti abitanti dalla Riserva delle tigri di Nagarhole.
I Chenchu che vivono nella foresta Nallamalla, che è oggi parte della Riserva delle tigri di Amrabad, dichiarano in una lettera aperta: “Consideriamo il benessere della foresta un nostro dovere. Proteggiamo gli animali e le piante di questa foresta senza far loro del male. Questa foresta è la nostra casa. La sua flora e la sua fauna sono parte della nostra famiglia”.
Survival chiede una moratoria per tutti i “trasferimenti” dalle riserve delle tigri e un’inchiesta indipendente sugli sfratti. Se lo vogliono, tutti coloro che hanno subito lo sfratto illegalmente e forzatamente devono poter ritornare a casa.
Gli sfratti sono stati condotti dal Dipartimento indiano per le foreste, ma le grandi organizzazioni per la conservazione, come la Wildlife Conservation Society (WCS) e il WWF, li sostengono sia direttamente sia indirettamente.
In India, la WCS ha portato avanti la richiesta di trasferimento dei popoli indigeni dalle riserve delle tigri per molti anni e nel 2018 ha ricevuto finanziamenti dallo US Fish and Wildlife Service per “facilitare i trasferimenti volontari, sostenuti dal governo, delle famiglie che vivono all’interno della foresta verso nuovi siti esterni”.
Il WWF e la WCS sono complici degli sfratti e delle violazioni dei diritti umani. Il WWF equipaggia e addestra le guardie forestali che non soltanto sfrattano illegalmente le comunità dalle loro case, ma addirittura torturano e uccidono gli indigeni.
“Cacciare i popoli indigeni dalle loro terre, di cui li si deruba nel nome di un modello di “conservazione” che spesso non funziona, è illegale e costituisce una grave violazione dei loro diritti” ha dichiarato oggi Stephen Corry, Direttore generale di Survival. “Distrugge i popoli indigeni ed è un disastro anche ai fini della conservazione perché gli abitanti originari spesso sono i migliori custodi della natura e di certo sanno fare meglio di qualsiasi Ong straniera. L’India vanta il programma di sfratti più vasto di qualsiasi altro luogo e si fa beffe dei diritti umani. È arrivato il momento di fermarlo.”