“I grandi scandali ambientali, dal cemento impoverito, alle navi dei veleni e altri traffici di rifiuti, sono stati svelati da intercettazioni telefoniche. Depotenziare questo strumento d’indagine significa fare un immenso regalo alle ecomafie”.
Sebastiano Venneri, vicepresidente di Legambiente e responsabile dell’Osservatorio Ambiente e Legalità, commenta così il disegno di legge sulle intercettazioni la cui discussione in Aula al Senato è stata fissata al 31 maggio.
Ricordiamo, per fare solo qualche esempio, la famosa intercettazione del dialogo tra due boss, in merito a rifiuti tossici scaricati in mare, contenuta negli atti delle inchieste della Direzione Investigativa Antimafia: “Basta essere furbi, aspettare delle giornate di mare giusto, e chi vuoi che se ne accorga? – E il mare? – Ma sai quanto ce ne fottiamo del mare? Pensa ai soldi, che con quelli il mare andiamo a trovarcelo da un’altra parte…”.
Ma anche l’inchiesta “Arca”, della Dda di Reggio Calabria sui lavori della Salerno-Reggio Calabria, in cui uno dei tecnici intercettati dai magistrati, alla richiesta di un operaio che prospetta aumenti di costi in un cantiere, risponde: “No, no, no, mettigli mondezza, mettigli porcherie, tutto quanto…”. E più avanti: “Là stanno proseguendo, dovrebbero essere a buon punto, perché ieri ho fatto il conto e hanno portato circa 800 metri cubi solo ieri. Di mondezza”.
Sempre in provincia di Reggio Calabria, durante la costruzione della scuola pubblica Euclide di Bova Marina, viene intercettata la conversazione tra il boss del reggino Salvo Corsaro e il suo compare Terenzio D’Aguì: “Metti meno cemento e più sabbia” raccomanda il primo. E quando l’altro protesta per l’imbroglio, lo fa solo perché con troppa sabbia metterebbe a rischio non la vita degli scolari, ma la pompa idraulica: “A 200 chilogrammi non lo pompa, e che meno di 250 chilogrammi non lo può pompare perché altrimenti rischia di bruciare una pompa del valore di 300 mila euro per gettare il cemento a 200 chilogrammi”.
Proprio grazie a intercettazioni come queste sono stati scoperti traffici e reti di illegalità e portate avanti indagini importanti. Ecco perché Legambiente si appella ai parlamentari e a tutte le forze politiche affinché venga salvaguardata la possibilità di intercettare, per non compromettere la possibilità d’azione della giustizia, per la tutela del bene comune e contro le ecomafie.