”Il problema dell’epidemia nel carcere non riguarda e non riguarderà solo il carcere, ma tutti noi. Siamo di fronte al rischio di un’epidemia esplosiva, a un 130 per cento di sovrappopolazione carceraria di media. Significa che ci sono istituti penitenziari che hanno una sovrappopolazione del 150-160 per cento, e non ci sono strumenti sanitari adeguati interni alle carceri. E allora, rispetto ad un’epidemia occorre capire come prevenire l’esplosione di una bomba atomica sanitaria che ricadrebbe sull’intera comunità”. Così il presidente dell’Unione camere penali, Gian Domenico Caiazza, intervenendo questa mattina a ‘Omnibus’ su La7. ”Occorre prevenire il disastro – ha aggiunto Caiazza – noi come Camere penali abbiamo proposto l’applicazione di una legge che già esiste, ossia far scontare in detenzione domiciliare chi ha un residuo pena inferiore ai 18 mesi, semplificando la procedura dei Tribunali di Sorveglianza. Il Governo ha seguito questo suggerimento ma poi lo ha sorprendentemente condizionato all’applicazione del braccialetto elettronico e tutti sanno che i braccialetti elettronici non ce ne sono disponibili nel numero, nemmeno lontanamente necessario”. Apertura alle parole di Caiazza è stata espressa da Walter Verini (Pd): ”Oggi il tema è che la pena sia certa ma anche umana – ha detto – perché quando sarà finita l’emergenza il detenuto dovrà tornare nella società. L’emergenza sanitaria esiste, perché nelle carceri italiane entrano ogni giorno oltre 30mila agenti di polizia penitenziaria che sono degli eroi. Va tutelata sia la loro salute che quella dei detenuti”.
Verini si è detto d’accordo anche sulla possibilità di applicare i domiciliari a chi ha un residuo di pena inferiore ai 18 mesi. ”E’ una bomba sanitaria – ha aggiunto – che va prevenuta. Nei prossimi giorni dovremmo pensare eventualmente a delle misure non condizionate dall’uso dei braccialetti elettronici”. Diversa la posizione di Jacopo Morrone (Lega), ex sottosegretario alla Giustizia, che ha ricordato i disordini avvenuti nelle carceri: ”A una settimana da questi disordini concedere uno svuota carceri – ha rilevato – con circa 6mila detenuti che usciranno sarebbe gravissimo”. ”Sono strabiliato – ha replicato Caiazza – da un dibattito lunare. Vorrei ricordare a Morrone che con la nostra proposta non è che si scarcererebbero degli ergastolani ma delle persone che comunque tra qualche mese sarebbero libere per fine pena, in nome di un’emergenza che sta tenendo tutti noi crocifissi nelle nostre abitazioni e si pretende che questo tema non sfiori il carcere. Altro che 6mila, ci vorrebbero almeno 10-12mila detenuti in uscita se non vogliamo leccarci le ferite per i prossimi mesi”. ”Dobbiamo dare i presidi sanitari – ha rilanciato Morrone – non possiamo pensare di liberare spacciatori, delinquenti perché mancano 18 mesi. E’ un ragionamento sbagliato da parte dello Stato”. Infine la replica di Caiazza a Morrone: ”Non può parlare di queste vicende come se fossimo in una condizione ordinaria, ma siamo di fronte a una situazione straordinaria, una eccezionalità segnalata dal Consiglio d’Europa. E voi avete il dovere morale e la reponsabilità di dare una risposta concreta”.
Coronavirus e carcere. Presidente Camere penali Intervenire subito. Problema di tutti
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