Il Rapporto 2020 sull’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia realizzato dall’Associazione Nazionale tra le Imprese per l’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia, è un importante appuntamento annuale per chi si occupa di animali d’affezione, un compendio che documenta attraverso una fotografia dell’evoluzione del mercato e delle novità in ambito sociale, la crescente importanza del ruolo degli animali da compagnia in Italia.
Gli animali da compagnia contribuiscono alla gioia e benessere dei proprietari, soprattutto in periodi di stress come quelli che stiamo vivendo.
È bene ricordare subito che non esiste alcuna evidenza che gli animali da compagnia abbiano un ruolo nella diffusione di SARS-CoV-2. Al contrario, si è riscontrato che alcuni animali siano stati contagiati accidentalmente dai proprietari, divenendo di fatto incolpevoli “vittime”. Per proteggerli, Fnovi e gli organismi internazionali che si sono occupati dell’argomento raccomandano di evitare effusioni in caso di pazienti malati di COVID-19 e di rispettare sempre le misure igieniche di base.
Cominciando proprio dai “numeri”, Fnovi evidenzia che la popolazione degli animali da compagnia è “stimata”: non esiste infatti un’anagrafe nazionale per tutte le specie (è obbligatoria solo per i cani e facoltativa per i gatti). I dati relativi ai medici veterinari, derivano invece da un questionario compilato da circa 1900 medici veterinari.
L’età media dei cosiddetti “pets” si è allungata, quindi – spiegano da Fnovi – oltre all’alimentazione, è auspicabile che i proprietari comprendano l’importanza delle visite periodiche per prevenire le patologie legate all’età degli animali.
La rete è la fonte di informazione prediletta soprattutto dai giovani ma il valore della relazione medico veterinario – paziente – proprietario è insostituibile, anche prima di scegliere l’animale che farà parte della famiglia e lo sarà per lungo tempo. Il medico veterinario si prende cura della salute e del benessere degli animali da compagnia, comprende i sintomi, ascolta animali e proprietari e con loro parla: il rapporto di fiducia che si instaura fa bene a tutti.
Il rapporto fornisce anche l’identikit del proprietario di “pets”. La maggioranza (58%) dei proprietari degli animali da compagnia vive in un appartamento: tale caratteristica è più comune tra chi ha scelto di vivere con pesci, tartarughe e conigli, mentre si registra un valore inferiore alla media tra i proprietari di uccellini. Tra i proprietari di animali da compagnia, il 55% ha bambini o ragazzi in famiglia, a prescindere dalla specie animale che ospita. È interessante notare come tale percentuale si innalzi fino al 73% nelle case in cui è presente un piccolo mammifero: conigli, cavie, cincillà, criceti, furetti, roditori, mentre si attesa al 52% tra i proprietari di cani e gatti.
In generale emerge che le famiglie dei proprietari di animali da compagnia sono composte mediamente da un numero più elevato di membri rispetto alla media nazionale: 3,4 componenti, dato notevolmente superiore ai 2,3 componenti della media nazionale italiana. Tra le tendenze significative, anche quella di non limitarsi al possesso di un solo animale: tra gli intervistati, infatti, la media è di 2,16 animali da compagnia per famiglia.
Un dato comune a tutti i proprietari, riguarda la tendenza a utilizzare Internet come primo canale d’informazione per valutare e confrontare tra di loro i prodotti prima dell’acquisto. I proprietari di piccoli mammiferi sono quelli che più di tutti vi fanno ricorso, facendo registrare un 67% di preferenze. Mentre per cani e gatti ci si confronta principalmente con il medico veterinario, per i piccoli mammiferi e per i pesci è il negoziante la figura alla quale si rivolge il numero maggiore di proprietari.
Fnovi, che ha realizzato una infografica sul tema, invita i futuri proprietari a prendere in considerazione tutte le caratteristiche e le esigenze degli animali prima dell’acquisto, ricordando anche l’importanza della tutela della biodiversità https://www.trentagiorni.it/files/1562069155-10-11.pdf
Il medico veterinario gioca un ruolo importante per i proprietari over 35 anni, sia per gli alimenti sia per i supplementi/prodotti per l’integrazione/snack, mentre i più giovani (fino a 34 anni), si fanno consigliare dalla propria rete di amici e conoscenti. Le altre figure (negoziante, toelettatore, allevatore) hanno un ruolo più contenuto come fonti informative per la scelta degli alimenti speciali, sia per i proprietari di cani che di gatti. Un pochino più rilevante il ruolo del solo negoziante nel consigliare supplementi/prodotti per l’integrazione/snack per i proprietari di cani (13%).
In termini di canali d’informazione, Internet è una fonte importante per oltre 5 acquirenti su 10 per l’acquisto degli alimenti speciali. Anche per quanto riguarda l’acquisto dei supplementi alimentari e/o gli snack, il 52% dei proprietari di cani e il 62% di gatto consulta Internet prima di acquistare, cercando informazioni e consigli in merito al prodotto.
Chi possiede il cane o il gatto da meno di un anno, fa affidamento a Internet per informarsi sugli alimenti da acquistare (65%) rispetto a chi lo possiede da 2 anni e più (54%). Questo canale, inoltre, è più consultato tra i giovani fino a 34 anni, in particolare i social.
Il medico veterinario, punto di riferimento per la scelta dell’alimentazione. Per l’87% dei rispondenti, i consigli del medico veterinario contano molto e in parte dipendono da come vengono forniti (56,5%).
Il rapporto fiduciario che si instaura tra professionista e cliente, evidentemente, in questo contesto, gioca un ruolo importante. Inoltre il 92% dei clienti chiede al medico veterinario di fiducia un giudizio sui prodotti che utilizza o vorrebbe impiegare e una indicazione su quale sia il miglior prodotto per il proprio animale.
Questi dati sono simili a quelli rilevati in inchieste precedenti, a dimostrazione della fiducia dei clienti nei propri veterinari. I medici veterinari basano i suggerimenti per la scelta dell’alimentazione soprattutto su dati scientifici; le esperienze personali e le informazioni fornite dall’industria seguono a distanza; le informazioni raccolte in rete godono di scarsa fiducia.