A Singapore, pioniera del ‘contact tracing’, i dati raccolti dall’app TraceTogether utilizzata dal Governo per combattere il Covid-19 sono ora accessibili alla polizia per le sue indagini. Un dietrofront sulle precedenti garanzie di privacy del sistema.
Secondo la Bbc, quasi l’80% dei residenti è iscritto al programma, per incoraggiare gli utenti ad adottare il sistema le autorità di Singapore avevano promesso che i dati non sarebbero mai stati utilizzati per nessun altro scopo, tranne che per il tracciamento del Covid-19.
Tuttavia, lo scorso 4 gennaio il ministro degli Interni Desmond Tan, ha riferito al Parlamento che il sistema in realtà potrà essere utilizzato anche “a fini di indagine penale”. L’annuncio ha scatenato polemiche sui social media, con diverse persone che si sono espresse contro il governo e alcuni utenti che hanno dichiarato di aver cancellato l’app.
TraceTogether si basa sul bluetooth e su un modello centralizzato, in cui i dati dei cittadini, anonimi, sono elaborati da un server centrale, come inizialmente doveva essere l’app italiana Immuni che poi ha optato per un modello decentralizzato, cioè con i dati dell’utente conservati sul suo telefono. Singapore è stata pionera nell’adozione del sistema di contact tracing, messo in campo già a marzo. In seguito ha lanciato anche un dispositivo per il tracciamento, un token, che è stato utilizzato pure per agevolare il ritorno a scuola.
(Ansa)
A Singapore l’app di tracciamento Covid come arma della Polizia
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