Sicurezza e vaccini. Si tratta senza dubbio di una tematica di primario interesse, soprattutto in un periodo, come quello che stiamo vivendo, in cui la parola “vaccino” è all’ordine del giorno.
La pandemia da COVID-19 ha sicuramente portato al centro dell’attenzione l’argomento, ma non bisogna dimenticare che quando si parla di sicurezza e vaccini, vi è un mondo che va oltre la pandemia in corso.
Lofarma, azienda farmaceutica leader nella diagnosi e nel trattamento delle malattie allergiche respiratorie, crede da sempre che garantire un prodotto sicuro al proprio paziente sia alla base di ogni sano rapporto “azienda farmaceutica-paziente”, per questo motivo, attraverso continui studi e controlli, è riuscita a ottenere negli anni un elevato livello di sicurezza dei propri vaccini: studi e report di Farmacovigilanza hanno infatti dimostrato la sicurezza del cosiddetto “superallergoide”.
Ma cosa si intende, esattamente, con questo termine? Il “superallergoide” è una formula vaccinale brevettata da Lofarma oltre 10 anni fa, ottenuta mediante la combinazione di due diverse procedure chimiche, capaci di ridurre ulteriormente l’allergenicità a favore del Paziente che decide di curarsi con un percorso terapeutico completo. Un successo per un’azienda farmaceutica che già 30 anni fa aveva lanciato sul mercato il primo e unico allergoide formulato in compresse oromucosali, dimostrando la sua leadership nella ricerca e sviluppo di vaccini innovativi contro le allergie.
Il tema della sicurezza dei vaccini antiallergici è stato preso in considerazione di recente anche dalla Survey “Allergen Immunotherapy management during vaccinations: an International Survey”, pubblicata sul World Allergy Organization Journal e volta a indagare il rapporto tra vaccini contro patogeni virali e batterici (compreso il vaccino anti COVID-19) e immunoterapia specifica (vaccino antiallergico). Lo studio internazionale ha coinvolto un panel composto da Allergologi, Pediatri, Otorinolaringoiatri e Pneumologi provenienti da Italia, Germania, Portogallo, Spagna, Albania, Corea del Sud, Austria, Belgio, Messico e Regno Unito.
Dall’indagine è emersa un’importante rilevanza clinica del rapporto tra AIT (Immunoterapia specifica) e vaccinazioni. In particolare, lo studio ha evidenziato che la maggior parte dei partecipanti non ritiene possibili interferenze negative tra le due tipologie di vaccinazione, tanto da non aver mai interrotto o cambiato, nella maggior parte dei casi, il protocollo di vaccinazione antiallergica sui Pazienti in cura. Circa la metà dei Medici coinvolti ha affermato, inoltre, di prediligere l’immunoterapia sublinguale rispetto a quella iniettiva e oltre la metà di aver considerato il vaccino anti COVID-19 alla stregua delle altre forme vaccinali. Rispetto al tema sicurezza, il 75% ha dichiarato di aver scelto di prescrivere prodotti prendendo in esame il loro profilo di sicurezza quale elemento qualitativo in assoluto.
“Con il nostro reparto di Farmacovigilanza indaghiamo da sempre la sicurezza dei nostri prodotti. Sapere che una Survey internazionale abbia messo in luce quanto la sicurezza di un vaccino sia considerata un dato importante e fondamentale per gli Specialisti, ci fa comprendere che la nostra dedizione e continua ricerca in questo campo si pone nella direzione giusta. I vaccini ben tollerati dal paziente, infatti, sono anche i vaccini con i quali possiamo ottenere una maggiore compliance e aderenza alla terapia” – ha dichiarato Franco Frati – Direttore Medical Affair e Responsabile Farmacovigilanza Lofarma SpA, Direttore Lofarma Academy.
Tra coloro che hanno condotto la Survey vi è Simonetta Masieri – Professore Associato in Otorinolaringoiatria e specialista in Otorinolaringoiatria e Allergo Immunologia presso l’Università Sapienza di Roma che ha dichiarato: “La Survey è stata accolta con grande entusiasmo dagli Specialisti coinvolti. Tra gli intervistati abbiamo avuto l’onore di coinvolgere importanti Allergologi, Pneumologi e Otorinolaringoiatri internazionali, con una grande esperienza alle spalle. Quello che mi preme sottolineare è che tutti loro hanno sottolineato l’assenza di interferenze negative tra Immunoterapia specifica e vaccino virale (come quello anti-COVID); questo pone l’accento su un tema di estrema attualità: ricordiamo tutti, immagino, quanto nella fase iniziale della pandemia e del percorso vaccinale anti COVID-19, il tema “vaccino antiallergico sì, vaccino antiallergico no” sia stato oggetto di un dibattito continuo, sul quale c’era poca chiarezza e opinioni discordanti. Dalla Survey, emergono dati importanti su questo tema, che ci portano a dichiarare che l’Immunoterapia è bene che venga continuata sempre per il bene del Paziente allergico, soprattutto nel momento in cui contempla prodotti con profili di sicurezza elevati”.