L’impatto dei cambiamenti climatici sta minacciando sempre più seriamente le condizioni di vita degli agricoltori in tutto il mondo: lo dice un nuovo studio commissionato da Fairtrade International e condotto da ricercatori della Libera Università di Amsterdam e dell’Università di Berna delle Scienze Applicate, diffuso a pochi giorni dall’inizio della Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico, anche nota come COP 26. Lo studio sottolinea che maggiori investimenti nell’adattamento climatico e in altre misure di resilienza saranno cruciali per impedire il crollo del reddito degli agricoltori.
Un’ombra sul futuro delle commodities. Banane, caffè, cacao sono alcuni tra i beni più commercializzati a livello globale; la ricerca analizza come regioni diverse del pianeta saranno colpite in modo differente dagli schemi metereologici generati dal cambiamento climatico.
I produttori di banane del Centro e Latino America, ad esempio, dovranno affrontare stagioni meno piovose e temperature più estreme, mentre quelli del Sud-est asiatico e dell’Oceania un aumento del rischio di cicloni. I produttori di caffè del Brasile, America Centrale e sud dell’India registreranno presto degli aumenti dei picchi delle temperature insieme a siccità, con conseguenze sulla produzione di caffè Fairtrade. In Repubblica Dominicana e Perù, come in altre regioni dell’Africa Occidentale, i coltivatori di cacao dovranno affrontare periodi di caldo e siccità, mentre in Ghana orientale e Costa d’Avorio subiranno piogge più intense.
L’effetto dei cambiamenti climatici sulle produzioni agricole è abbastanza riconosciuto, e i rischi per il futuro di commodities di grande interesse commerciale come il caffè, sono abbastanza noti. Studi suggeriscono che entro il 2050 metà delle aree agricole attualmente utilizzate per la coltivazione del caffè potrebbero non poterle più ospitare. Ma solo raramente si considera un collegamento ovvio, cioè quello tra il cambiamento climatico e le condizioni di vita di migliaia di contadini e lavoratori del settore agricolo.
Negli ultimi anni Fairtrade ha rafforzato i requisiti dei propri Standard, aumentando il focus sui temi ambientali e sul cambiamento climatico, ad esempio attraverso le Accademie per il Clima e progetti dedicati con gli agricoltori. La dimensione che sta acquisendo la crisi tuttavia richiede partnership sempre più larghe per sostenere le comunità agricole affinché possano affrontare Ie enormi sfide che hanno davanti.
“I risultati del report sono estremamente allarmanti e un segnale inequivocabile della necessità di un’azione climatica immediata e completa” ha precisato Nyagoy Nyong’o, Global CEO di Fairtrade. “La minaccia per il futuro di molte filiere è reale, e gli agricoltori e i lavoratori del settore agricolo sono in prima linea nell’emergenza climatica globale. Dobbiamo fare qualsiasi cosa per assicurarci di non lasciarli indietro, perché anche loro sono parte della soluzione”.
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Cos’è Fairtrade
Il sistema di certificazione Fairtrade, nasce per ridurre le ingiustizie del commercio internazionale attraverso pratiche scambio più eque nei confronti di contadini e dei lavoratori dei Paesi in via di sviluppo. Attraverso un sistema rigoroso di Standard, regola i rapporti commerciali tra aziende e organizzazioni di contadini e lavoratori, in modo che a questi ultimi venga assicurato il pagamento di un prezzo minimo, il Prezzo minimo Fairtrade, tale da coprire i costi medi di una produzione sostenibile, e un margine di guadagno aggiuntivo, il Premio Fairtrade, per la realizzazione di progetti sociali, ambientali o di incremento della produzione. Il circuito rappresenta 1,6 milioni di agricoltori in 75 paesi di Asia, Africa e America Latina coltivatori di caffè, zucchero, banane, ananas cacao, lavoratori nelle piantagioni di banane, tè, fiori e molto altro. Più di 30.000 prodotti finiti sono in vendita sugli scaffali di negozi e supermercati di oltre 150 paesi nel mondo. Fairtrade International è l’organizzazione capofila del network. Per maggiori informazioni: www.fairtrade.net.