Il costume della serie è tra i più cercati online, cresce anche l’interesse per la Corea del Sud. Il Prof. Neri (UPSM) spiega il valore sociologico: “La Corea del Sud è diventata una potenza mondiale, ma il divario tra ricchi e poveri è aumentato. Sbagliato demonizzare la serie chiedendone la rimozione”
È il fenomeno mediatico del momento. Parliamo di Squid Game – Il Gioco del Calamaro, la nuova serie su Netflix che ha fatto registrare il miglior esordio nella storia della piattaforma in termini di utenti, vista da 142 milioni di persone nelle prime quattro settimane dal lancio.
La serie sudcoreana ha fatto appassionare milioni di persone, già in trepida attesa della seconda stagione, ma ha fatto anche molto discutere per il suo contenuto violento: protagonista della storia è Seong Gi-hun, un uomo divorziato e sommerso dai debiti, che insieme ad altre 455 persone viene invitato a partecipare ad una competizione estrema, dove chi perde viene ucciso, mentre per i vincitori ci sono in palio 45,6 miliardi di won (circa 33 milioni di euro), ai quali si aggiungono altri 100.000.000 won per ogni morto (poco meno di 74 mila euro). Le prove consistono in giochi per bambini, come il tiro alla fune, il classico un due tre stella o ritagliare delle formine da biscotti friabili, prevedendo, però, l’estrema punizione per chi perde.
Semrush, piattaforma di Saas per la gestione della visibilità online, si è interrogato su cosa possa aver colpito maggiormente gli utenti, e ha analizzato le ricerche fatte online relative alla serie tra settembre (mese del lancio in Italia) e ottobre. Il primo dato che salta all’occhio è l’incremento di accessi a Netflix, che in un mese sono stati oltre 4 milioni (+21%), un dato confermato dalla stessa piattaforma, che ha dichiarato che la crescita del numero di utenti nel terzo trimestre del 2021 è stata il doppio di quello precedente.
L’item “Squid Game” è stato digitato 823 mila volte, con una crescita settimanale del 53% dal suo lancio. In molti stanno cercando anche notizie relative agli attori della serie, anche se l’interesse per i personaggi è scoppiato con qualche giorno di ritardo dal lancio, registrando un tasso di crescita del 19% circa.
Con l’approssimarsi di Halloween, sembra che la serie sarà il tema di molte feste. L’item “Squid Game costume”, infatti, è schizzato alle stelle, con un incremento nelle digitazioni online del 9.900%. più contenuto, invece, l’aumento di volume delle ricerche specifiche per “Squid Game Halloween”, con “appena” un +17%.
Interessante notare, però, che l’interesse degli utenti si sta estendendo anche alla stessa Corea del Sud. Le ricerche online relative al Paese sono cresciute del 135%, così come quelle relative all’Isola Jeju, che fa da sfondo alla serie, a +132%. Questo dimostra come gli appassionati della serie non si siano limitati a guardare le puntate, ma sia scattata in loro la curiosità di saperne di più su un paese del quale in passato abbiamo sentito parlare poco, e che ora si sta facendo sentire a livello internazionale, anche grazie alle produzioni di serie e film, come Parasite, insignito della Palma d’oro a Cannes nel 2019.
“Squid Game è diventato in poco tempo un vero e proprio fenomeno mediatico, all’interno del quale potremmo ritrovare una sorta di denuncia della situazione della società sudcoreana. – Spiega il Prof. Avv. Giovanni Neri, Magnifico Rettore dell’Università Popolare degli Studi di Milano – Negli ultimi anni la Corea del Sud ha conosciuto un grande sviluppo economico, al punto che nel 2020 l’Ocse l’ha indicata come la decima potenza mondiale per PIL. Ma se è innegabile che sia aumentata la ricchezza e il benessere interno, va sottolineato anche come sia aumentato a sua volta il divario tra ricchi e poveri. The Guardian ha scritto che nella Corea del Sud ‘chiedere un prestito è tanto facile quanto bere un caffè’. In molti chiedono soldi per acquistare casa, avviare un’attività, cercare di avere quel riscatto sociale che avrebbero sempre voluto, ma spesso poi non riescono a restituire il denaro e finiscono per indebitarsi sempre di più. Un disagio che è molto sentito dalla popolazione e denunciato anche attraverso i prodotti di intrattenimento rivolti ad un pubblico internazionale. Ritroviamo la disperazione di chi, sommerso dai debiti, è disposto a tutto sia nei giocatori di Squid Game, ma anche nei protagonisti di Parasite. Ma, al di là dell’analisi sociologica che possiamo fare della serie, credo sia sbagliato demonizzarla chiedendone la rimozione come sta accadendo in questi giorni. Si tratta pur sempre di un contenuto di finzione, che ha il solo scopo di intrattenere. Certo, la visione sarebbe meglio limitarla ad un pubblico più adulto, ma, del resto, le piattaforme di streaming dispongono di sistemi di parental control per limitare la visione di contenuti inappropriati”.