Animal Equality Italia ha presentato denuncia alla Procura di Brescia contro i proprietari della Società agricola Avicola del Garda, allevamento in cui sono morte 18 mila galline ovaiole a causa di uno spaventoso incendio divampato nella struttura lo scorso 10 luglio.
Dal momento che nel corso dell’incendio hanno perso la vita migliaia di animali tra atroci sofferenze, Animal Equality ritiene indispensabile che le autorità verifichino le responsabilità dell’allevatore in connessione al reato di maltrattamento degli animali: nella fattispecie, aver custodito le galline in un ambiente tanto insicuro da aver provocato loro una morte precoce e dolorosa.
Il fatto che le galline morte nell’incendio fossero allevate per la produzione delle uova per poi essere macellate non esime chi li ha in custodia e li alleva dal rispetto della normativa relativa alla sicurezza degli allevamenti, cosa che certamente non è accaduta nel caso dell’allevamento del bresciano, che ha visto le galline morire in un incendio di un capannone non in grado di proteggere le loro vite.
Sicuramente la morte dei volatili a causa dell’incendio del capannone nel quale erano custoditi è in contrasto con quanto previsto dal Regolamento CE 1099/2009 recepito nel nostro sistema di leggi dal DLg 131/13 che stabilisce come obbligatorio e necessario lo stordimento preventivo e precedente all’uccisione dell’animale.
“La tragica morte delle 18 mila galline ovaiole a causa dell’incendio che si è verificato nei giorni scorsi è quanto di più distante dalla previsione normativa sovranazionale e nazionale in materia di benessere animale – dichiara Alice Trombetta, Direttrice esecutiva di Animal Equality Italia – Non è possibile che gli animali allevati a scopo alimentare siano condannati a trattamenti e a morti degradanti: è necessario che i controlli negli allevamenti e nei macelli siano capillari e frequenti, ma anche che le pene per chi maltratta gli animali siano più severe e commisurate alla sofferenza provocata in questi esseri senzienti indifesi ed esposti costantemente a sfruttamento e violenza”.