Potrebbero essere 2 miliardi di euro i fondi PNRR stanziati per lo sviluppo digitale della Sanità italiana che non verranno utilizzati nei prossimi tre anni, pari a oltre il 40% dell’ammontare totale stimato in progetti di sviluppo e adeguamento tecnologico.
È quanto emerge dallo studio che NetConsulting cube presenterà domani nell’ambito della settima edizione del Digital Health Summit, il convegno di riferimento dell’e-Health in Italia organizzato da NetConsulting cube, GGallery Group e AISIS (Associazione Italiana Sistemi Informativi in Sanità), di nuovo in presenza dopo due anni completamente in digitale.
Tema cardine di questa edizione sarà il punto di avanzamento del SSN verso il modello One Digital Health, che fa riferimento a un approccio concettuale integrato, che comprende informatica medica e data science, evoluzione della one health indicata dalla WHO dal 2004.
«Se davvero ci fosse un consistente rallentamento della velocità delle azioni e delle riforme intraprese come indicato nella Nota di Aggiornamento al DEF, presentata il 27 settembre scorso – commenta Annamaria Di Ruscio, Amministratrice Delegata NetConsulting cube – questo metterebbe a rischio la possibilità di poter utilizzare i fondi stanziati. Dalle nostre proiezioni, il rischio concreto è di perdere tra l’1,7 e i 2 mild di euro di fondi».
Il mercato della sanità digitale
Secondo lo studio di NetConsulting cube, il mercato della sanità digitale (con le iniezioni dei fondi PNRR) vale circa 3,6 miliardi di euro nel 2021. La componente ICT nel 2021 ha un valore di circa 1,8 miliardi di euro e si stimano crescite a doppia cifra in futuro. Il segmento dei dispositivi medici digitali (apparati medicali e robotica chirurgica connessi ed equipaggiati da sistemi per la raccolta e l’analisi dei dati, con tool di intelligenza artificiale o augmented reality) nel 2021 vale 1,5 miliardi di euro e crescerà nei prossimi anni per il rinnovo e l’ampliamento del parco installato, per la crescita prevista lato wearables e digital therapeutics. La componente del BPO (Business Process Outsourcing), continua a crescere soprattutto ma non solo sulla parte dei CUP. Nel 2022 nel complesso potrebbe raggiungere il valore di circa 4 miliardi di euro, con una crescita tra l’11% e il 14% nel triennio a venire
Il ruolo delle Regioni e delle Aziende Ospedaliere nell’avanzamento dei progetti PNRR per la Sanità
I fondi PNRR per la sanità ammontano a 20,22 mld € (con FNC e REACT-EU) e indirizzano le riforme riconducibili alla Componente 1 (costruzione della medicina territoriale) e alla Componente 2 (Innovazione, Ricerca e Digitalizzazione del SSN). I primi Decreti hanno ripartito i primi 8 mld € tra le regioni: circa il 40% è nella voce “digitalizzazione” (ammodernamento tecnologico e digitale ospedaliero, assistenza domiciliare, telemedicina, analisi dati, competenze tecnico-professionali, digitali e manageriali del personale del sistema sanitario).
Dalle analisi realizzate da NetConsulting cube, si evince come le Regioni risultino ad oggi impegnate nella maggiore centralizzazione dei processi sanitari. Si va dal CUP Regionale al Sistema Informativo Amministrativo/contabile unico passando per i lavori infrastrutturali di centralizzazione presso il DC Regionale e per la Cartella Clinica Elettronica, con l’obiettivo di andare in sussidiarietà delle aziende ospedaliere non compliant alle disposizioni centrali, senza dimenticare il monitoraggio dei flussi informativi verso l’ente centrale per indirizzare il nuovo FSE e la costituzione del SOC per proteggersi da attacchi Cyber.
Le aziende ospedaliere si sono concentrate sull’area clinico-ospedaliera e su tutta una serie di attività, come il rinnovo della CCE, dell’infrastruttura, delle reti e TLC, l’implementazione della Telemedicina e Cybersecurity, e in generale il rinnovamento dell’area amministrativo-gestionale, finalizzate a rispondere alla necessità di modernizzazione nel controllo dell’informazione.
Il nodo delle competenze in Sanità digitale
«La tecnologia, la normativa, gli investimenti contribuiscono alla corretta gestione della digitalizzazione e del dato che la alimenta. Tuttavia, l’infrastruttura crolla se non poggia su una base di comportamenti e processi, competenze e sensibilità, a tutti i livelli – prosegue Annamaria Di Ruscio, Amministratrice Delegata NetConsulting cube -. In questo, i dirigenti e i decisori a tutti i livelli devono essere lungimiranti e aperti al dialogo e al confronto in tutte le sedi. Per questo, appuntamenti come il Digital Health Summit sono preziosi per un dibattito produttivo tra tutti i player del settore».
Sarà sempre più necessario che si sviluppi una categoria di professionisti dedicati alle questioni di privacy e cybersecurity, in possesso di conoscenze variegate e multisettoriali, tecniche, normative, relative all’organizzazione sanitaria e alle esigenze della ricerca. Queste figure aiuteranno a gestire, con vantaggio per tutti, le grandi nuove sfide rese possibili dall’avanzamento tecnologico e dal riordino del sistema.