Cosa ti ha fatto appassionare alla musica?
La musica è arrivata molto presto, era già in casa negli ascolti dei vinili dei miei fratelli più grandi, che oltre ad ascoltarla, la musica, la suonavano in band con gli amici.
Chi ti ha ispirato a fare musica?
Seguivo i miei fratelli alle prove, ero curioso e attento, restavo per ore in una cantina ad ascoltare la loro musica, e intanto fremevo per la voglia di suonare; ho iniziato a studiare il basso elettrico da ragazzino, la musica è parte della mia vita da sempre.
Puoi raccontarmi il tuo processo creativo?
Non seguo sempre lo stesso percorso nei momenti in cui compongo, delle volte parto da una semplice idea musicale per poi svilupparla fino a renderla in forma canzone, delle volte parto da un testo e ne ricavo la musica. La costante resta la ricerca del momento giusto.
Con chi ti piacerebbe di più collaborare?
Sono molti e diversi gli artisti che stimo, e se posso volare in alto, sarebbe bello poter collaborare con Brian Eno.
Come pensi che Internet abbia influito sul business della musica?
In modo dirompente di sicuro. Il flusso di musica, e di informazioni in genere, che abbiamo oggi è senza fiato. La musica si orienta verso una “consistenza” sempre più liquida, e il profitto sembra essere sempre meno soddisfacente per chi produce musica, almeno a certi livelli.
Qual è il problema più grande nel quale ti sei mai trovato, nel tuo percorso artistico?
Una difficoltà abbastanza comune per chi decide di portare avanti e dare voce alla propria musica credo sia il trovare il giusto ritorno di attenzione, sia da parte degli addetti ai lavori, sia da quella del pubblico. Spesso il lavoro di semina che si fa nel progettare un disco e un tour per promozionarlo non è compensato da quello che ritorna, questa credo sia una tra le problematiche da dover affrontare.
Se potessi cambiare qualcosa del settore, quale sarebbe?
Se nel settore intendiamo comprendere anche i talent show, limiterei sicuramente la diffusione di questa forma di esibizione.
Progetti futuri?
Per ora ci stiamo dedicando alla promozione del secondo album “è il bene che resta”, uscito lo scorso Aprile per l’etichetta napoletana SoundFly.
Intanto in punta di piedi sto iniziando a lavorare alla pre-produzione di nuovi brani…
Perché il nostro pubblico deve ascoltare la tua musica?
Spesso mi capita sentirmi dire, da chi ascolta la mia musica, che nelle canzoni che scrivo rileggono in qualche modo loro stessi, ne ricordano delle esperienze comuni e che in quei bagliori di risoluzione che delle volte arrivano ne traggono beneficio, come sciogliere i nodi; ecco questo mi rende estremamente grato, quando la mia musica riesce ad essere di aiuto e di conforto come lo è per me.