Il 21 settembre, due donne, una bambina di 1 anno e 2 mesi e altre 15 persone, la più anziana delle quali aveva poco più di 25 anni, sono partiti dalla costa di Zarzis a bordo di un’imbarcazione. A due giorni dalla loro partenza, non ricevendo notizie, le famiglie hanno allertato le autorità tunisine, italiane e maltesi e le navi civili di ricerca e soccorso. Di fronte alla passività delle autorità nazionali alle richieste degli abitanti di Zarzis di avviare le operazioni di ricerca in mare per ritrovare i dispersi, l’Associazione dei Pescatori ha effettuato quattro operazioni di ricerca autonoma in mare. Il 2 ottobre il naufragio viene confermato: il corpo di una donna, Malek, viene ritrovato su una spiaggia di Djerba. Le foto di altri corpi arrivati sulla costa tunisina iniziano a diffondersi. Corpi che, nel frattempo, sono stati sepolti nel cimitero di Zarzis senza che le autorità avessero preventivamente eseguito le analisi del DNA. Il 12 ottobre, il sospetto di una famiglia di aver riconosciuto il proprio caro, Aymen, dagli abiti che indossava è stato confermato dal test del DNA effettuato dopo la riesumazione del corpo. Ad oggi sono state identificate sette salme. Tuttavia per le famiglie, la conferma di un naufragio non costituisce l’ultima tappa di questa tragedia. Al ritrovamento dei corpi dovrebbe essere disposta l’identificazione attraverso il test del DNA, così da permettere alle famiglie di assicurare una sepoltura dignitosa ai loro cari. Da diversi giorni la città di Zarzis è teatro di proteste da parte di famiglie, scuole superiori e associazioni che reclamano verità circa la scomparsa dei corpi dei loro concittadini e concittadine e puntano il dito contro la pratica, che ha luogo da decenni e non solo in Tunisia, di seppellire i corpi trovati in mare senza effettuare il test del DNA. Tuttavia, le mobilitazioni di rabbia e di protesta testimoniano, a nostro avviso, una denuncia più ampia delle politiche di esternalizzazione che, criminalizzando questi percorsi, li rendono sempre più pericolosi e mortali. La tragedia che ha tolto la vita a queste 18 persone non è un caso isolato. In questa geografia razzializzata dell’Europa contemporanea, sempre più persone perdono la vita. Il numero di vittime e persone scomparse sulle coste tunisine nel 2022 è di 544. Recentemente sono stati recuperati altri corpi in mare, in seguito al naufragio di Teboulba (governatorato di Monastir). Queste tragedie mettono in evidenza la matrice razzista e securitaria dei meccanismi di controllo delle frontiere, del regime dei visti e il valore subordinato riconosciuto alle vite umane.
Scossi da questa tragedia che colpisce ognuno di noi, le organizzazioni firmatarie:
➢ Esprimono incondizionata solidarietà a tutte le famiglie, le compagne, gli amici e le comunità straziate dal dolore, a cui va riservato un trattamento dignitoso;
➢ Ringraziano i pescatori che hanno dimostrato, ancora una volta, la loro solidarietà e il loro impegno nella ricerca e nel salvataggio in mare;
➢ Denunciano l’opacità e la passività delle autorità tunisine che non sono intervenute per portare assistenza alle persone in difficoltà e per effettuare le operazioni di ricerca e salvataggio, e chiedono l’apertura di un’inchiesta giudiziaria per stabilire la verità;
➢ Ricordano che il diritto alla mobilità e alla libera circolazione è parte integrante dei diritti umani e ritengono che i ripetuti drammi legati alla migrazione irregolare siano diretta conseguenza della mancanza di canali regolari verso i Paesi dell’Unione Europea.
Lista delle organizzazioni firmatarie: 1. A Buon Diritto ONLUS 2. ActionAid Italia 3. Association BEITY 4. Association Citoyenneté et Libertés 5. Association d’Aides et Assistances aux Migrants 6. Association des Juristes de Sfax 7. Association des Tunisiens en France 8. Association des Volontaires de Bouarada 9. Association Enfants de la lune de Médenine 10.Association Esmâani 11.Association Humanitaires de Médenine 12.Association Ifriqiya 13.Association Intersection pour les droits et les libertés 14.Association la Voix de l’Enfant Rural 15.Association MADA pour la citoyenneté et le développement 16.Association Petit Théâtre 17.Association pour le Développement Durable et la Coopération Internationale de Zarzis 18.Association pour le Leadership et le Développement en Afrique 19.Association Tunisienne de défense des libertés individuelles 20.Association Tunisienne de l’Action Culturelle 21.Association Tunisienne de Soutien des Minorités 22.Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione 23.Aswat Nissa 24.Avocats Sans Frontières Tunisie 25.Borderline Sicilia ONLUS 26.Carovane Migranti – Italia 27.Clinica legale per i diritti umani dell’Università di Palermo 28.Coalition Tunisienne contre la Peine de mort 29.Coalition Tunisienne pour la Dignité et la Réhabilitation 30.Comité pour le Respect des Libertés et de Droits de l’homme en Tunisie 31. EuroMed Rights 32. Groupe Tawhida Ben Cheikh 33. Institut Tunisien pour la réhabilitation – Nebras 34. International Alert 35. Ligue tunisienne pour la défense des Droits de l’Homme 36. Mai più Lager – No ai CPR 37. Mediterranea Saving Humans 38. Mem.Med – Mémoire Méditerranée 39. Mountada Ettajdid, Tunis 40. Ongi Etorri Errefuxiatuak – Espagne, Pais Vasco 41. Organisation Contre la Torture en Tunisie 42. Organisation Mondiale Contre la Torture 43. Psychologues du Monde-Tunisie 44.Réseau Migreurop 45.Réseau Tunisien pour la Justice Transitionnelle 46.Rete Antirazzista Catanese 47. Tunisia Tomorrow 48. Un Ponte Per 49. Union des Diplômés Chômeurs 50. Watch The Med – Alarm Phone.