Correva l’anno 1964 e John Coltrane meditò a lungo una nuova opera, della quale volle curare anche la produzione. Fu proprio lui a scegliere la foto della copertina, che lo vede ritratto con un’espressione seria. È una foto in bianco e nero, cosi come in austero bianco e nero è pubblicato tutto l’album. Fu sempre Coltrane a voler stampate, all’interno della copertina, non le solite note di copertina, bensì una sua breve presentazione e una sua poesia, intitolata anch’essa “A Love Supreme”.
Nella presentazione Coltrane ringraziò Dio di averlo riportato sulla retta via.
Il disco è quindi un’umile offerta a Dio, in segno di ringraziamento, una dichiarazione di fede che, a tratti, riecheggia le asserzioni e le risposte che intercorrono tra predicatore e congregazione, e rappresenta la personale lotta per la purezza dell’artista
L’opera è una suite in quattro parti: “Acknowledgement”, “Resolution”, “Pursuance” e “Psalm”. A differenza degli altri dischi, contenenti brani ricavati da varie sedute di incisione, questo album si risolve in un’opera a tutto tondo che, impiegando l’intera durata del Long Playing, dà luogo a uno dei primi Concept Album della musica moderna. Il primo movimento si basa sulla continua ripetizione della cellula elementare di quattro note Fa/La bemolle/Fa/Si bemolle. Il carattere semplice e ripetitivo di “Acknowledgement” gli ha assicurato una vasta fama successiva nel mondo del Rock, trovando proprio in quel riff di quattro note un comodo appiglio acustico.
Il disco è un classico nella storia del Jazz, bellissimo, intenso e storicamente rilevante.