Cos’è la musica per te?
La musica è viaggio, movimento. Anche quando sei fermo, ti può portare altrove: è il teletrasporto che non è stato ancora inventato. Se poi ti stai muovendo davvero, è la compagnia, è ciò che ti aiuta a fissare i ricordi.
La musica è ricerca. Di cose nuove, di sé stessi, di nuovi obiettivi, di nuove mete. Se ci pensi, in base alla musica che ascolti, si delinea chi sei.
Cosa ti ha spinto verso la musica?
Ci sono nato con la musica in testa. Fin da piccolo, che fosse musica degli altri o musica tutta mia, il mio cervello ne è sempre stato infarcito: è stata compagnia nell’infanzia, sfogo in adolescenza, strumento per analizzarmi in età adulta.
Come ti senti prima di un live? Hai mai paura di sbagliare?
Prima di un live sono concentrato. Ho bisogno di silenzio, di stare da solo…così poi posso sentire meglio salire l’ansiah!
Cosa provi quando canti?
La stessa cosa che provo quando suono uno strumento: libertà, evasione. C’è qualcosa in più, però. Perché quando canti, per farlo bene, devi concentrarti sull’intonazione, sul respiro, sulla postura, su quello che dici. Quando canto mi sento un po’ come una donna: so fare più cose in contemporanea. E mi sento migliore.
Parliamo della tua ultima fatica, come nasce?
Dopo essermi privato della scrittura per un po’, dopo quest’anno così strano per tutti, dopo aver cambiato alcune cose importanti della mia vita e aver compiuto dei passi da “ometto cresciuto”, mi sono trovato pieno di nuove idee, di nuove visioni, di un bisogno nascente di trovare nuove sonorità per dare voce a quello che ho scoperto – o riscoperto – di me. Ma soprattutto ho trovato tempo.
Tra le tue esperienze e partecipazioni, quali ricordi con soddisfazione?
Non mi sono esibito per anni. Sono tornato a fare musica solo pochi mesi prima della pandemia e, quindi, non ho ancora avuto modo di interfacciarmi con il pubblico. Ricordo, però, di un concerto a cui ho partecipato con un mio vecchio progetto. Abbiamo suonato prima di Paolo Benvegnù, splendida persona. Impeccabile esibizione la sua, la nostra non la ricordo neanche.
Progetti futuri?
“mai” è il punto di partenza, l’inizio di un percorso con cui intendo attraversare tutto questo 2021. Singoli, EP, vedremo cosa mi verrà in mente.
Perché i nostri lettori dovrebbero ascoltare la tua musica?
Credo che la mia sia musica per persone – cito me stesso – perennemente fuori, non di tendenza. Anche se, con questo nuovo progetto, spero di arrivare ad un pubblico più ampio perché, pur essendo una sorta di omaggio alla mia generazione, contiene concetti, sonorità, messaggi, sensazioni, in cui credo tutti si possano rivedere e ritrovare.