“Ossa rotte, occhi rossi” è il primo full lenght firmato Endrigo, seguito degli Ep “Spara” (2013) e “Buona Tempesta” (2015), risultato finale di un percorso di crescita personale e artistica e primo step di una nuova fase, un condensato delle esperienze degli ultimi anni spesi tra lavori saltuari, esami all’università e concerti (tanti), da quelli su palchi minuscoli a quelli più importanti, talvolta condivisi con band come The Zen Circus, Il Teatro degli Orrori, Fast Animals and Slow Kids, Giorgio Canali, Il Pan del Diavolo, Gazebo Penguins, Nobraino.
“Ossa rotte, occhi rossi” è stato registrato alla Casa Vacanze Macchione, in piena campagna, ai confini tra Toscana ed Umbria.
Racconta la band, «Oggi siamo certi, si è trattato del posto perfetto per fare uscire le canzoni nel modo più naturale possibile, facendo quanto di più distante dalla musica ci fosse al di fuori delle sessioni di registrazione. Il disco è stato reso possibile da Jacopo Gigliotti (Fast Animals and Slow Kids) e Andrea Marmorini (La Quiete, Woodworm), grandi professionisti e amici anche migliori, che si sono occupati di registrare e mixare, ma anche da tutti gli altri Fast Animals and Slow Kids che uscivano dallo studio il giorno in cui siamo entrati noi e ci hanno prestato tutta la loro strumentazione.»
Il risultato è un disco diretto, sfacciato ed energico. Un disco che racconta semplicemente la merda e le meraviglie che capita di incontrare su e giù dai palchi, da cantare a squarciagola come un grido liberatorio che esce da una cantina, da un club o nella più calda notte estiva, tra zanzare, sudore e idee. Attitudine indie rock, senza fronzoli o sdolcinatezze armoniche, lievità solo apparente, per un album che sa essere aggressivo e ironico, ma anche delicatamente ruvido e melodicamente punk. Musica ribelle. Cuore, tempesta e emozioni.
Il titolo e la copertina del disco raccontano la vita della band in tour, fatta di viaggi assurdi, incontri, bizzarre avventure metropolitane, esperienze insostituibili e contorno indispensabile di concerti vissuti intensamente. Le ossa rotte sono quelle degli Endrigo, un tributo ai diversi live, che per una ragione o per un’altra li hanno visti sul palco con una discreta varietà di arti ingessati. Sugli occhi rossi soprassediamo. La copertina altro non è che una foto ricordo di un post concerto. Momenti che lì per lì si vorrebbero dimenticare, che diventano aneddoto, sino a essere promossi a biglietto da visita di “Ossa rotte, occhi rossi”.
Ricorda la band «La foto di copertina è stata scattata con un cellulare mentre ci portavano via i documenti di ritorno da un concerto, con Simone abbastanza alterato da rischiare di piangere e Daniele, il nostro fonico, che diceva le preghiere.»