Uscirà il 9 novembre 2018 Anime, l’EP d’esordio di DUB&Affiliati (Mbare Records).
Sei i brani contenuti nel disco, il primo testamento rap di Francesco Pagano in arte DUB e della sua crew Affiliati, scritto con la collaborazione di Gaetano Vinci (MLN) e Lost Echo. L’album è pubblicato dall’etichetta indipendente Mbare Records (https://www.mbare-records.com).
“Anime rappresenta la parte più intima della nostra storia – spiega DUB -, caratterizzata da tanti sacrifici e voglia di fare in un contesto, quello della strada, dove i progetti non sono facilmente realizzabili. Soltanto la nostra rabbia nei confronti di questa società, dove riuscire ad affermarsi come artista e soprattutto come persona sembra un’utopia, ci ha spinti a portare avanti questo sogno”.
Non casuale la scelta di aprire l’Ep con L’Alba, singolo pubblicato lo scorso 28 settembre come manifesto dell’album: “L’Alba – precisa l’artista – è l’inizio di una storia, è la fine di un’altra. E’ il frutto di ricordi e immagini influenzate dallo stile urbano, è la trasformazione di un’idea in beat musicale. Il testo è nato in modo del tutto naturale, come se si fosse scritto da solo. E’ un brano a cui teniamo molto anche per la sua resa live, un po’ come se fosse l’inno di Dub&Affilati”.
“Ho iniziato a scrivere i miei versi vergognandomene”. Questa potrebbe essere la frase che più caratterizza DUB, al secolo Francesco Pagano, e il particolare modo di esprimere il suo estro. Estro che nasce in modo timido e quasi impacciato all’inizio ma che rivela, in seguito, tutta la sua forza musicale.
Quando cominciò, nel 2016, DUB era convinto che il pubblico di un paesino del Meridione come Francofonte, in provincia di Siracusa, fosse un pubblico decisamente poco idoneo per i apprezzare i suoi versi. Non aveva considerato che questo apparente limite sarebbe diventato presto la sua principale spinta motivazionale, un impulso creativo particolarmente denso di significati.
“Non è facile sentirsi liberi dai pregiudizi. Sono sempre stato un affamato di vita di strada: quella mi si offriva e quella mi sono preso. Mi sono riempito di amicizie vere e tutto quello che vivevo lo trascrivevo nei modi in cui riuscivo a percepirlo. Guardavo le scene musicali delle altre città. Mi incuriosivano le conoscenze di ragazzi che come me avevano da dire: volevo farlo anche io, ma con qualche remora. Avevo paura”.
La svolta arrivò, quasi per gioco, il giorno in cui DUB si decise a far ascoltare le sue produzioni agli amici più stretti, “quelli del primo branco”. Di lì a poco si ritrovò al centro di un affiatato team di persone, decise a spingere in alto il progetto fino alla “fottuta esosfera”. Quanto ad oggi? “Solo due parole: ascoltate e credete”.