Lo-Fi Poetry è tentare di essere grandi con qualche mezzo di fortuna, sicuri della propria ispirazione. È parola masticata sopra musica dritta, ma risonante al di fuori del cono uditivo. È utilizzo ingenuo dei pedalini per chitarra, delle batterie elettroniche, delle assonanze e delle allitterazioni.
Lo-Fi Poetry è un trio, in cui la voce recitante di Massimo Milan si appoggia scomoda alle chitarre di Federico Specht e Marco Matteazzi. Viene dal grunge anni ’90, dal rock alternativo anni ’00, all’indie e dall’elettronica anni ’10.
Ha accenti e tonalità vicentine e/o cosmopolite. Parla di realtà e di sogno: c’è la disillusione, l’ironia, la voglia di vivere, di scopare, di ballare, di morire. Perché e le relazioni sono sempre insoddisfacenti, c’è comunque sempre la possibilità di scriverci su.
Dopo il primo EP, come si dice, omonimo, hanno il coraggio di buttarne fuori un altro, “La mia band”: cinque canzoni fatte di beat electro, rullanti fuori moda, delay anni ’70, schitarrate violente e synth pazzeschi. Cinque canzoni fatte di luce ed ombra, in cui immergersi senza possibilità di rialzarsi.
I Lo-Fi Poetry sono:
Federico Specht (chitarre, voci, piano, programmazione)
Marco Matteazzi (chitarre)
Massimo Milan (voce recitante)
Hanno collaborato:
Jeff Akosah (batteria)
Andrea Bevilacqua (basso)
Rozalda (voce in “Gli umori di te”)
Massimiliano Varusio (violoncello)
Prodotto da Luca Sammartin (Produzioni Fantasma)
Co-prodotto da Federico Specht (Beast Produzioni)
Masterizzato da Andrea De Bernardi (Eleven Mastering)
Artwork by Carlo Biasia