Dal governo arriva uno stop al nucleare. Un emendamento presentato in Aula al decreto cosiddetto omnibus fa marcia indietro sui programmi per le centrali nucleari in Italia ed in particolare cancella i progetti per i nuovi impianti. Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, si legge nell’emendamento, ‘non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare’.
L’emendamento modifica l’art.5 relativo alla moratoria, ma e’ anche funzionale al superamento del referendum contro il nucleare in Italia proposto dall’Idv e previsto per giugno.
Da piu’ parti si teme pero’ che questo emendamento rappresenti solo un escamotage per evitare lo scoglio del referendum contro il nucleare e riproporre in un successivo momento meno ‘emotivo’ la politica nucleare da parte del nostro esecutivo.
L’emendamento del governo motiva infatti l’abrogazione dei piani per nuove centrali all’acquisizione di ‘ulteriori evidenze scientifiche’ ed alle ‘decisioni della Ue’, che ha in corso gli stress test sugli impianti, in tema di nucleare (non si procede al piano ‘al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, mediante il supporto dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenedo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea’, art.5 punto 1).
Allo stesso tempo pero’ (art.5, punto 8) l’emendamento stabilisce che il consiglio dei ministri entro 12 mesi dall’entrata in vigore del decreto, adotti una ‘Strategia energetica nazionale che individui le priorita’ e le misure necessarie al fine di garantire la sicurezza nella produzione di energia’. ‘Nella definizione della Strategia – si legge – il consiglio dei ministri tiene conto delle valutazioni effettuate a livello di Unione europea e a livello internazionale sulla sicurezza delle tecnologie disponibili’. E’ piuttosto difficile, fanno notare gli scettici, che dalla Ue, vista la grande dipendenza energetica dalla fonte nucleare dei principali Paesi, come la Francia e la Germania, giunga uno stop alle centrali e questo darebbe all’esecutivo un appoggio alla riformulazione di progetti nucleari in Italia.
fonte aduc