Quella tra arte e giardini è una storia d’amore straordinaria. In epoca moderna tutto inizia in un paesino francese, in quella Giverny che aveva ammaliato Claude Monet trasformandosi in fonte di ispirazione per decine e decine di pittori del tempo. Non è però solo l’Europa a rimanere stregata dalle ninfee. Quando nel 1886 il mercante d’arte francese Paul Durand-Ruel porta trecento dipinti impressionisti a New York, infatti, non può probabilmente immaginare quanto accadrà di lì a breve, quando moltissimi artisti americani faranno i bagagli e partiranno per un pellegrinaggio verso lo stagno più famoso di tutto il movimento impressionista. Il documentario racconta le vicende dell’Impressionismo americano e del suo rapporto con il Garden Movement, fiorito tra 1887-1920. Entrambi i movimenti hanno risposto al rapido cambiamento sociale causato dall’industrializzazione americana. La crescente urbanizzazione stava infatti spingendo l’emergente classe media a cercare rifugio in periferia, dove nel tempo libero era possibile coltivare piccoli e grandi giardini privati. Il film si apre con la mostra The Artist’s Garden: American Impressionism and the Garden Movement, 1887-1920 della Pennsylvania Academy of the Fine Arts di Philadelphia. Ci accompagna quindi nel Connecticut, ad Old Lyme, città natale dell’impressionismo USA grazie alla mecenate Miss Florence Griswold, che mise la sua dimora neoclassica a disposizione di artisti come Henry Ward Ranger (1858-1916) e Willard Metcalf (1858-1925), affascinati da spiagge, luci e paludi di questo angolo di paradiso. Si passa quindi a visitare Appledore Island, dove la poetessa Celia Thaxter, accolse artisti come Emerson, Nathaniel Hawthorne, Henry Wadsworth Longfellow, John Whittier e Sarah Orne Jewe trasformando l’isola in un luogo di incontro straordinario che avrebbe ispirato, tra l’altro, 300 opere dell’incisore, disegnatore, illustratore e pittore tra i più famosi nell’ambito dell’impressionismo americano: Childe Hassam (1859-1935). Del resto Celia, come moltissime altre donne americane del tempo, intese il giardino non solo come un’oasi di pace ritrovata ma anche come uno spazio politico: mentre la popolarità di giardinaggio cresceva, infatti, le donne cominciavano ad accedere a nuove professioni, a leggere gli scritti di orticoltori inglesi come Gertrude Jekyll e William Robinson, ad attivarsi per i diritti civili per diventare sempre più indipendenti. Così, se fino a pochi anni prima la Hudson River School aveva narrato i paesaggi epici di un America sconfinata e gloriosa, ora gli impressionisti offrivano una lettura più intima e riservata della natura, curando la poetica del singolo istante, gli effetti atmosferici e tonali, le sfumature delle siepi e dei gazebi ricoperti di fiori.
Titolo originale: The Artist’s Garden: American Impressionism
Durata: 90′
Regia: Phil Grabsky
Produzione: Exhibition On Screen
Distribuzione: Nexo Digital