L’idea di realizzare un adattamento della Divina Commedia dantesca girava da almeno un paio di anni negli ambienti del neonato cinema italiano. Già nel 1909, infatti, la società Saffi-Comerio di Milano aveva in progetto la realizzazione di un “colossal” per l’epoca, un film lungo quasi due ore, equivalente a circa cinque bobine di pellicola, con un cospicuo investimento, si dice attorno alle centomila lire. Il battage pubblicitario e l’attesa per quest’opera spinsero i dirigenti della Helios Film di Velletri a produrre un film che trattasse la stessa tematica, ma più corto e più economico: ecco che nasce “L’inferno”.
La regia fu affidata Giuseppe de Liguoro (coadiuvato da Adolfo Padovan e Francesco Bertolini), napoletano, conte di Presicce, che aveva iniziato la sua carriera tre anni prima, nel 1908, realizzando un corto intitolato “Il conte Ugolino”, una carriera che sarebbe continuata fino al 1920 con film ispirati a grandi personaggi e vicende della storia e della letteratura classica.
La storia raccontata segue fedelmente le vicende narrate da Dante nella Prima Cantica della sua Commedia, ovviamente vengono omessi alcuni passaggi, però i momenti salienti ci sono tutti.
E’interessante notare lo sforzo produttivo per confrontarsi con tematiche fantastiche, quando anche le più facili scelte registiche odierne potevano essere alquanto problematiche.
La realizzazione finale è molto affascinante: se tralasciamo l’incontro con le tre fiere all’inizio che poco ha a che fare con la forza delle parole del Sommo Poeta, il viaggio tra i gironi infernali è davvero riuscito. Girato interamente in una zona di montagna naturalmente aspra e con l’uso perenne di fumo, il film ci presenta in rapida sequenza alcuni dei personaggi più carismatici dell’Opera dantesca: da Caronte a Cerbero, a Plutone, ai giganti e infine addirittura a Lucifero!
Caronte è rappresentato come un uomo, Cerbero è un pupazzo animato, Plutone è un uomo vestito da diavolo, ingigantito con il gioco delle sovrapposizioni, come pure Lucifero, davvero inquietante mentre divora in continuazione un’anima di un peccatore.
E poi ci sono semplici diavoli, anime che turbinano nell’aria (nell’episodio di Paolo e Francesca), piogge di fuoco, fiamme e laghi ghiacciati, insomma bisognerebbe fare i complimenti a chi ha reso possibile la realizzazione di questi effetti “speciali”!
Regista: Giuseppe De Liguoro, Adolfo Padovan, Francesco Bertolini
Interpreti: Salvatore Papa, Giuseppe de Liguoro, Arturo Pirovano, Attilio Motta, Emilise Beretta, Augusto Milla