Era il 1983 quando Roger Corman decise di vendere la sua New World Pictures ad un gruppo di investitori, da allora la casa cinematografica ha proseguito nell’intento del suo creatore, ovvero diffondere nelle sale una marea inimmaginabile di filmacci a basso costo tra cui però, qualche titolo entrato di diritto nel tempio dei cult movie. Tra questi spicca nettamente questo “Hell comes to frogtown”, poco più di un filmetto squinternato, realizzato per sfruttare l’improvvisa popolarità del lottatore Roddy Piper dopo la sua interpretazione in “They live” ma anche per sfruttare gli ultimi scampoli del filone post atomico che aveva interessato tutta la decade.
Curiosamente la trama sembra ispirarsi a “2019: dopo la caduta di new york” virandola però al maschile, qui infatti il protagonista Sam Hell è praticamente l’ultimo uomo fertile sulla terra, viene quindi coinvolto suo malgrado in una missione a Frogtown, depravata città di ranocchi mutanti dove il crudele Toty tiene segregate un gruppo di donne ancora in grado di fare figli. Accompagnato dall’avvenente ufficiale Spangle e dal soldato Centinella, Sam dovrà accettare la sua condizione di uomo oggetto oltre a dover affrontare dei ridicoli ominidi con altrettanto ridicole maschere da batrace.
Nonostante dialoghi e situazioni siano di una stupidità imbarazzante, il film dei mestieranti Donald G. Jackson e R.J. Kizer risulta abbastanza divertente, sopratutto per chi apprezza una certa ironia demenziale e neanche troppo nascosta. Momenti puramente action si alternano a situazioni comiche come la danza dei tre serpenti che improvvisa la biondona Sandahl Bergman (indovinate un pò cosa sono i tre serpenti?) o il marchingegno attaccato ai coglioni del povero Sam che gli punzecchiano le balle se tenta di fuggire. Alla fine c’è poco di tutto, la sceneggiatura sembra scritta da un bimbo di sei anni, povertà e superficialità risultano sovrane e le scenografie sono poco più che televisive.
Perchè allora considerarlo un cult? Semplice, perchè Hell comes to Frogtown esprime al massimo l’immaginario del B-Movie anni ottanta, ribalta il machismo al femminile e la muscolarità di un certo rambismo imperante, non si vergogna di essere Trash anche nelle situazioni più squallide. Discorso a parte meritano poi le splendide interpreti tra cui spicca per fascino magnetico ed erotismo androgino la favolosa Cec Verrel nel ruolo della tosta Centinella.
(Hell comes to Frogtown, 1988)
Regia Donald G. Jackson e Robert J. Kizer
Cast: Roddy Piper, Cec Verrell, Sandahl Bergman