I fuochi in onore di Sant’Antonio Abate, è una ricorrenza che affonda le sue radici in un passato molto antico.
“Sant’Antonio si innamorò del porco”, recita così un antico proverbio contadino.
Secondo una leggenda popolare, Sant’Antonio, in orgine, era un semplice porcaio, che girovagava con il suo maialetto inseparabile. La leggenda narra che proprio grazie al suo maialino, riusci ad entrare all’Inferno e rubare il fuoco da regalare agli uomini.
Ogni 17 gennaio ad Alfedena, vengono accesi enormi falò che onorano il fuoco donato agli uomini.
La cosa che mi ha colpito, è vedere tanti ragazzi di Alfedena dedicarsi con grandissima passione a questa tradizione. In un Mondo sempre più globalizzato ed “estraniante”, che genera omolagazione e solitudine, le tradizioni sono l’unica ancora che ci lega alle nostre radici e quindi all’identità storica.
I fuochi di Sant’Antonio Abate rappresentano oltre che la tradizione religiosa, un modo per essere comunità. Vi consiglio di fare una “scappata” ad Alfedena e respirare il profumo di questa “mistica appartenenza”, tipica di un piccolo e bellissimo paese che ad “alta voce e con tenacia” difende le tradizioni, la memoria di ciò che siamo stati.
Viva Sant’Antonio Abate, Viva Alfedena, Viva le tradizioni!
La nostra associazione L’ALCHIMISTA è sita in Via Canapina, dove Crispino Crispi, titolare di uno storico alimentari e da qualche anno in pensione, con grande amore ha realizzato il “fuoco della Canapina”.