Riccardo Rico Migliarini ha trascorso gli ultimi 45 anni coltivando questa folle passione per l’armonica blues ma tutto è iniziato, giovanissimo, prima metà anni 70, con una venerazione quasi maniacale per Edoardo Bennato e le sue ballate indiavolate e l’utilizzo che faceva dell’armonica.
Sono gli anni delle prime radio libere e frequentando la locale stazione fra gli scaffali dei dischi c’era una collezione de “La grande storia del Rock”, una di quelle enciclopedie con piccole dispense da rilegare. Fra i vari vinili scoprii dei nomi leggendari che avevano contribuito al mito del blues e dell’armonica blues: Sonny Boy Williamson, Sonny Terry, Jimmy Reed, Muddy Waters, Otis Spann, Junior Parker.
E’ da allora iniziato un viaggio affascinante alla scoperta dei maestri: Little Walter, Big Walter, James Cotton, Slim Harpo, tanti vinili da consumare, una palestra su cui perdere il sonno.
Un paio di anni dopo, il 20 luglio 1978, nella città in cui vive, Gubbio, fece tappa “Umbria Jazz” un grande festival, all’epoca itinerante, dove in programma quella sera, oltre alla Big Band di Buddy Rich e al quintetto di Giovanni Tommaso, c’erano due autentici leggende e fuoriclasse Buddy Guy & Junior Wells con la Chicago Blues Band.
Non aveva assolutamente idea di chi fossero esattamente ma fecero un grande concerto e fu decisamente il colpo di grazia definitivo al quale impossibile sottrarsi spalancando un orizzonte infinito
I primi anni 80 sono contraddistinti dai primi live con band attive localmente e il primo serio tentativo avviene nel 1985 la “½ Blues Band”, quintetto elettrico che si confronta principalmente
con il Chicago-style.
Nel 1987 la Wolves Blues Band, formazione con sezione fiati e pianoforte che realizza due album: “Mixaudio” (1989, compilation contenente materiale di band umbre) e “Last Nite”, del 1993. Nel 1996 l’avventura si chiama Rico Blues Combo con cinque albums realizzati “White Whiskey” nel 1997, “Sleepy Town” nel 2000 “Live at Murphy’s” nel 2002 e “House Of Blues Rags” nel 2005 e il disco del ventennale “20”, pubblicato dopo una pausa nella quale i vari componenti, si occupano di progetti solistici e collaborazioni diversificate.
L’avventura non può certo fermarsi e il progetto “Suono i blues a casa mia” è certamente figlio di una passione sopravvissuta a oltre 40 anni di vicissitudini musicali costantemente impegnati a coltivare questa piccola ma immensa follia di suonare “l’armonica blues”.