Un atto di generosità estrema: donare un proprio organo, solitamente un rene, a uno sconosciuto, che riceverà la vita da qualcuno con il quale non avrà mai contatti, che non conoscerà mai. Da oggi in Italia è possibile fare la cosiddetta ‘donazione samaritana’: dopo il parere positivo del Comitato nazionale di bioetica è arrivato quello del Consiglio superiore di sanità, che oggi ha detto sì alle donazioni samaritane ma con alcune ‘raccomandazioni’: prima tra tutte la regola dell’anonimato assoluto e dell’ovvia gratuità della donazione, per evitare un ‘mercato degli organi’ e che la donazione samaritana diventi ‘la prassi’ rispetto al trapianto da cadavere o da consanguinei. Ad oggi, sono tre i casi di persone che hanno espresso la volontà di donare il proprio rene “per spirito di liberalità e gratuità in mancanza del ricevente identificato”, due in Lombardia e una in Piemonte.
Tra le regole imposte dal Consiglio superiore di sanità, quella di svolgere “un’approfondita indagine psichiatrica e psicologica dei donatori ‘samaritani’, oltre la prevista indagine motivazionale dei soggetti e la valutazione clinica per verificare l’idoneità fisica del candidato donatore”. Ancora, l’inserimento successivo del donatore nel registro unico dei follow-up dei donatori e dei riceventi e infine l’opportunità di mantenere anche in questi casi la regola dell’anonimato per il donatore e il ricevente, che non dovranno mai entrare in contatto, nè prima nè dopo il trapianto.
Per i primi 10 casi la donazione samaritana “deve rientrare in un programma nazionale la cui gestione è affidata al Centro Nazionale Trapianti che riferirà annualmente al Css”: il donatore samaritano sarà obbligatoriamente inserito nel programma di trapianti con modalità cross over e si dovrà tenere conto “della provenienza regionale del donatore”, qualora non fosse possibile procedere con la modalità cross over, che prevede che il possibile ricevente si procuri un donatore. Se il donatore non fosse compatibile, il ricevente potrà avere l’organo da un donatore samaritano, nel totale anonimato, e l’organo che verrà donato potrà andare a un altro ricevente, innescando così un’altra donazione.
Trapianti. Consiglio Superiore di Sanità: sì alla donazione “samaritana” degli organi
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