E’ bufera politica a Napoli dopo gli arresti di due candidati del Pdl al Consiglio comunale di Quarto: Salvatore Camerlingo, cugino del boss Salvatore Licciardi, accusato di spaccio di droga e detenzione illegale di armi, e Armando Chiaro, accusato di essersi intestato beni del clan Polverino facendo da prestanome.
A poco meno di due settimane dalle elezioni amministrative, l’arresto dei due candidati del centrodestra, sospesi dal partito subito dopo l’esecuzione delle misure cautelari, riapre il dibattito sulla ‘questione morale’ e sull’assenza di regole, nell’attuale legge elettorale, che impediscano a persone su cui gravano precedenti di polizia di candidarsi.
Se il coordinatore provinciale di Napoli del partito, Luigi Cesaro, annuncia che nelle prossime ore saranno convocati i candidati sindaco di Napoli e provincia “per confrontarsi e mettere in atto controlli ancora piu’ serrati su tutti i candidati”, l’arresto di due esponenti politici viene giudicata dal procuratore di Napoli, Giovandomenico Lepore, “un fatto preoccupante”.
In particolare Lepore, che ha coordinato l’operazione, sottolinea che “c’e’ responsabilita’ di chi compila le liste e conosce i candidati e i loro eventuali legami. Noi non possiamo intervenire perche’ la legge elettorale permette le candidature di persone con precedenti di polizia, a meno che non siano accusate di particolari reati. Nella legge elettorale c’e’ dunque qualche cosa che non va: bisognerebbe modificarla. La questione e’ morale, ripeto: chi compila le liste dovrebbe essere piu’ attento e rigoroso”.
Dal canto suo, il coordinatore provinciale del Pdl precisa: “Abbiamo chiesto a tutti i candidati le autocertificazioni, non potevamo controllare per ognuno di loro. E poi alcuni problemi della giustizia non vengono fuori neanche dal certificato del casellario giudiziario. Ci siamo fidati delle autocertificazioni”.
Intanto il senatore Carlo Sarro, componente della Commissione parlamentare Antimafia, e’ stato nominato garante per la Legalita’ per il Pdl di Quarto: “A lui – aggiungono Cesaro e il vice vicario Enzo Nespoli – spettera’ il compito di supervisionare lo svolgimento della campagna elettorale, assicurando che il Pdl sia al riparo da ogni contaminazione con la malavita. Nel seguire con la massima attenzione gli sviluppi giudiziari in atto a Quarto, intendiamo, con la nomina di Carlo Sarro, assicurare una risposta immediata del partito ad ogni rischio di infiltrazione”.
Dura la reazione del Pd, che attraverso il commissario cittadino e responsabile Giustizia del partito, Andrea Orlando, definisce gli arresti dei due esponenti del centrodestra come “l’ulteriore conferma della pervasivita’ della camorra nella politica napoletana e, in particolare, nell’area del centrodestra”.
“Con il responsabile nazionale della Sicurezza Emanuele Fiano, ho chiesto al ministro dell’Interno Maroni di essere ricevuto al piu’ presto – aggiunge Orlando – affinche’ sia garantita la massima attenzione degli organi di pubblica sicurezza sul proseguo della competizione elettorale”.
Per il segretario regionale Pd Campania Enzo Amendola, “i legami e la connivenza tra il centrodestra e la camorra diventano ogni giorno piu’ inquietanti e sono il frutto del sistema di potere guidato da Nicola Cosentino da cui Gianni Lettieri non puo’ chiamarsi fuori: siamo stanchi delle scuse del giorno dopo”.
Sulla vicenda e’ intervenuto anche il vicepresidente di Fli Italo Bocchino, che ha sottolineato come “i fatti di Quarto, dove due candidati del Pdl sono stati arrestati perche’ esponenti del clan dei Polverino, dimostrano che la legalita’ non e’ al primo posto nella scala dei valori dei partiti italiani. E’ questo uno dei motivi -aggiunge- per cui abbiamo deciso di costituire Futuro e liberta’ che ha fatto della legalita’ uno dei suoi principi fondanti’.
Per il coordinatore regionale e il presidente regionale di Sel Campania, Arturo Scotto e Dino Di Palma, “e’ chiaro che il Pdl in Campania somiglia sempre di piu’ alla Dc di Vito Ciancimino nella Palermo degli anni Settanta: armi, droga, appalti. Due candidati arrestati a Quarto nell’ambito della retata al clan Polverino, di cui uno addirittura coordinatore cittadino del partito di Berlusconi, sono la conferma evidente di quanto da tempo andiamo denunciando”.
“La politica deve farsi carico ed essere responsabile della questione morale e contrastare ogni presenza nelle liste elettorali di persone che possano avere collegamenti con la criminalita’” secondo il dirigente nazionale di Forza del Sud, Salvatore Ronghi.
fonte aduc