Le origini del progetto risalgono al 2002 (Bologna) quando, col nome “Pets”, Antonella Farace e Francesco Scaglioni iniziano un percorso di studio trasversale delle maggiori sonorità alternative (Skunk Anansie, Muse, Foo Fighters, PJ Harvey, Afterhours, Tool, ecc…); da subito il bassista e pittore Anno Mathias Henke comincia a collaborare con loro per quella che si rivelerà una proficua e fertile partecipazione artistico-compositiva. Nonostante le influenze indie rock e dark siano le direttrici principali del gruppo (suono rude, ampi spazi melodici,valorizzazione estrema dell’impatto vocale con testi in inglese), da subito il progetto dimostra la necessità di uscire dai canoni e dalle classificazioni, dimostrare la propria identità ed imporre uno stile non configurabile.
Per questo motivo inizia un lento percorso di cura della sezione compositiva in cui a livello strumentale l’attenzione si focalizza sullo studio della “personalità” del suono della band; parallelamente Antonella svolge una ricerca molto più particolare: l’analisi dell’introspezione, dei sentimenti e dei rapporti tra le persone, terreno difficile in cui lei si muove con la stessa intenzione ed istintività del più spiccato romanticismo di metà ottocento. Il racconto non deriva dalla banale narrazione ma dalla descrizione dello stato d’animo, un soggettivismo che spalanca le porte alla più libera interpretazione esterna, permettendo all’ascoltatore di ritrovare nei brani aspetti e sfaccettature della propria intimità.
Già nel 2003 avviene un primo incontro con il chitarrista Simone Pensabeni, portando all’allestimento di alcuni live; Simone entrerà definitivamente nella band nel 2009 dopo un importante turnover di musicisti; sarà un anno denso di concerti nel panorama bolognese e non (“mini tournée” pugliese in cui la band partecipa al festival “Rockinday” che vede i Malfunk come headliner). Sempre nel 2009 avviene una grande trasformazione nella consapevolezza del gruppo; innovazioni di stile, atmosfere sonore sempre più curate e ricercate, sound potente ed innovativo, testi in italiano portano alla necessità di cambiamento. Qui nasce “Il Vaso di Pandora”, nome di per sé già descrittivo del lavoro che la band si prefigge di svolgere. Il 2010 vede subito un lavoro in studio, l’EP “Istinto” che rappresenta un esordio discografico dalla spiccata personalità in cui si alternano momenti di puro intimismo ad altri più marcatamente rock, in un vortice di sonorità decise capace di coinvolge emotivamente l’ascoltatore, e che viene promosso attraverso una serie di concerti (Synklab, Transilvania, Scalo San Donato solo per citarne alcuni) e partecipazioni radiofoniche (Radio Città Fujiko, Radio Kairos); la vicinanza di Anno alla band porta anche al concepimento di alcune vere e proprie sinergie artistiche, allestendo concerti-mostra di grande suggestione.
Il 2011 vede l’entrata del bassista Alexis Aguilar (ex Shape); la band si cimenta in varie date nel bolognese, vincendo anche alcuni concorsi musicali locali. Lo stesso anno vede il ritorno in studio per la registrazione del primo album del Vaso di Pandora: “Psicosi di una Donna Curiosa”. Il disco vuole portare a galla definitivamente la nuova personalità del gruppo senza rinnegare il proprio passato, anzi utilizzandolo come trait-d’union per descrivere la propria evoluzione.
“Psicosi di una Donna Curiosa”, completamente autoprodotto, è il primo album.