Era un arabo che parlava in inglese, un libanese di montagna che, creandosi il suo cammino nell’esilio, trovò la Libertà e scoprì una passione senza moderazione per il suo Paese. Era un lettore della Bibbia che parlava come un Soufi, un cristiano che adorava la Gloria dell’Islam, un amante di donne mature che cercava nello specchio delle sue opere la purezza della sua anima. Fu anche pittore. Khalil Gibran nacque nel1883 e morì nel 1931 scoprendo, dopo un viaggio a Boston, la letteratura e le arti. Tra il 1902 e il 1903 affermò il suo talento artistico scrivendo e dipingendo. Protetto da Mary Haskell intraprese una fitta corrispondenza con ella che si fermerà solo alla sua morte. Nel 1905 era, a tutti gli effetti, “l’avvocato degli scrittori” che rompeva con la tradizione scritta araba. Nel 1908 venne alla luce il libro “Spiriti Ribelli” che la Chiesa maronita giudicò eretico. Gibran decise allora di trasferirsi a Parigi per studiare alle Belle Arti, poi nuovamente si trasferì, definitivamente, a Boston, da dove ebbe inizio una importante corrispondenza con lo scrittore libanese May Ziyada che viveva in Egitto. Gibran fondò con altri scrittori arabi Il Cenacolo, destinato a soccorrere la “lingua” e tradurre tutti gli autori arabi meritevoli. Nel 1923 pubblicò il libro che lo fece conoscere al mondo intero: “Il Profeta“. Morì il 10 Aprile 1931dopo aver scritto dei poemi e delle meditazioni che ebbero in seguito un enorme risonanza in Occidente e in Oriente. Questi testi esprimono unaforte spiritualità che spingono il lettore verso il suo IO profondo e inducono alla saggezza. Di se stesso amava dire: “Io sono arrivato qui per vivere nella gloria dell’Amore e nella luce della Bellezza, che sono riflessi di Dio. Su questa Terra io vivo e nessuno potrà cacciarmi dalle Sfere della Vita. Perché attraverso le mie parole cambio la vita, e continuerò ad esistere, anche da morto“.
Alcune sue citazioni:
“L’amico è il vostro bisogno corrisposto. […] nell’amicizia, senza parlare tutti i pensieri e desideri e aspettative nascono e vengono condivisi con gioia acclamata. […] Quando lasciate l’amico, non rattristatevi; perché ciò che più amate in lui può sembrarvi più chiaro durante la sua assenza, […] che amico è mai è il vostro che lo dobbiate cercare nelle ore da ammazzare? Cercatelo sempre nelle ore da vivere.”
“I meriti di un uomo risiedono nella sua conoscnza e nei suoi atti e non dal colore della sua pelle o dalla sua religione.”
“La Terra è la mia Patria e l’Umanità la mia Famiglia.”
“La vostra vita quotidiana è il vostro tempio e la votra religione.”
Paolo Pautasso
Fonte: My Amazighen