Ho sempre pensato che la musica penetri nelle pelle ed ancora oltre fino ad arrivare al sangue e come il sangue, è capace di “scorrere” al nostro interno… Michele Di Toro, che conosco di persona, all’apparenza non sembra un romantico, sembra più un perfezionista e un’esteta della musica… per dirla in parole povere sembra decisamente il classico virtuoso del pianoforte che se la tira un po. Bisogna fermarsi un attimo e andare oltre le apparenze e solo così è possibile vedere la vera essenza di Michele e capire che la grande bravura e l’estetica “cedono sotto i colpi della passione” che riesce ad esondare l’anima di chi ascolta.
“Echolocation” è una creazione molto intensa, dove gli echi della musica jazz, di quella popolare, della classica e dell’improvvisazione, trovano un giusto punto di partenza. Un disco che non lascia indifferente l’ascoltatore, ma che al contrario lo porta, come lo scorrere di un fiume, verso il mare delle emozioni.
A mio avviso è un album meraviglioso, libero da schemi, capace di sedurre, ma in punta di piedi, come solo i sognatori sanno fare.
Consapevolezza di qualcosa di etereo, libertà musicale e sentimento, miscelati con mobidezza dei toni, in lievi crescendo, “spolverati” di pathos.
In “Echolocation” vi sono tredici composizioni tutte da ascoltare che innalzano l’artista oltre le produzioni di altri blasonati musicisti che pur di vendere cedono alla tentazione della musica commerciale.
Un album assolutamente da avere.