“Solo le intercettazioni hanno permesso di scoprire e bloccare alcuni pericolosi traffici di rifiuti industriali, soprattutto al Nord Italia, gestiti dalla criminalità organizzata insieme a imprenditori collusi e ‘colletti bianchi’ senza scrupoli, che ora queste norme impediscono di ascoltare. Se il testo della legge sulle intercettazioni – così come sembra emergere dai commenti odierni – non prevederà la possibilità di indagare in quella “fascia nebulosa” dei collusi non prettamente mafiosi, le ecomafie festeggeranno, in attesa di guadagnare cifre anche superiori ai 20,5 miliardi di euro intascati nel 2009”.
Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, è intervenuto sul ddl intercettazioni.
“Le intercettazioni ambientali e telefoniche sono uno strumento fondamentale per contrastare i crimini contro l’ambiente. Crimini che non causano solo gravi danni al territorio ma che alimentano il business dell’illegalità gestito dalle cosche, devastano i settori legali del turismo e delle produzioni agroalimentari di qualità; aumentano l’incidenza di malattie gravi e spesso irreversibili, minano il futuro dell’intero Paese. Le Forze dell’ordine fanno un lavoro straordinario per contrastare l’ecomafia – ha concluso Cogliati Dezza -, ma hanno bisogno dell’impegno del Governo per poter consolidare i risultati, a partire dalla possibilità di usare le intercettazioni e dall’urgenza di introdurre i delitti contro l’ambiente nel Codice Penale”.